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mercoledì, 17 Luglio, 2024

Analisi della comunità ucraina in Italia. Perché il conflitto tra Mosca e Kiev ci riguarda molto più da vicino di quanto crediamo

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di Alessandro Giugni

Nel precedente articolo di questa rubrica politica abbiamo approfondito le radici del conflitto tra Russia e Ucraina, tema questo che, da alcuni mesi, ha assunto nuovamente un ruolo centrale nel dibattito europeo (clicca qui per leggere l’articolo in questione).

Le crescenti tensioni tra Mosca e Kiev costituiscono motivo di particolare preoccupazione per il nostro Paese non solo in ragione della nostra quasi totale dipendenza dalla Russia per quanto attiene l’approvvigionamento di gas, ma anche in quanto in Italia sono regolarmente soggiornanti 230.639 cittadini ucraini.

Un numero di tal genere (che è possibile desumere dall’ultimo Rapporto Annuale Sulla Presenza Dei Migranti stilato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali) colloca la comunità ucraina al quarto posto (dopo quella marocchina, albanese e cinese) per numero di cittadini provenienti da Paesi extra UE regolarmente soggiornanti nel nostro territorio.

Tale comunità presenta una serie di peculiarità socio-demografiche che sono meritevoli di essere sottolineate.

Il primo dato ad assumere rilevanza è il forte disequilibrio tra i generi a favore delle donne, le quali rappresentano il 78,6% della popolazione ucraina immigrata in Italia contro il 21,4% degli uomini. Un dato questo che si pone in netta controtendenza rispetto a quello mediamente registrato se si considera il complesso dei cittadini non comunitari regolarmente soggiornanti (49%). Interessante risulta, altresì, osservare come l’età media degli ucraini immigrati nel nostro Paese si attesti sui 46 anni contro i 34 anni mediamente rilevati nelle altre comunità extra UE.

Per quanto attiene l’acquisizione della cittadinanza italiana da parte dei cittadini di origine ucraina, il 54,8% di esse è legato alla naturalizzazione, il 28,2% al matrimonio con un cittadino italiano e il 17% dipende, invece, dalla trasmissione dai genitori o dal compimento del diciottesimo anno di età.

Con riferimento alla distribuzione territoriale, il Nord Italia si conferma essere la prima meta di destinazione per la comunità ucraina, con Lombardia ed Emilia-Romagna che accolgono, rispettivamente, circa il 22,3 % e il 14% degli ucraini regolarmente soggiornanti. Segue, poi, la Campania con il 17,5% (pari a circa 40.400 ucraini).

Per quanto riguarda i motivi di rilascio dei permessi di soggiorno, dal Rapporto Annuale sopracitato si desume come il 45,3% dei rilasci di permessi dipenda da motivi familiari, il 38,8% da motivi di lavoro e il 10,2% da motivi umanitari. I dati evidenziano come la comunità in esame sia giunta a uno stadio di stabilizzazione nel nostro Paese piuttosto elevato, considerando che la quota di lungosoggiornanti è pari al 76,4%.

Di primario interesse sono i dati che riguardano la condizione occupazionale dei lavoratori ucraini.

Ciò in quanto, in primo luogo, dal Rapporto Annuale si evince che il tasso di occupazione degli ucraini tra i 15 e i 64 anni risiedenti in Italia sia pari al 65%, un dato questo superiore di ben 5 punti percentuali rispetto a quanto rilevato sul complesso della popolazione non comunitaria, dove il tasso occupazionale si ferma al 60,1%.

In secondo luogo, il 46,6% dei lavoratori appartenenti alla comunità ucraina possiede almeno un titolo secondario di secondo grado e il 20% ha, altresì, conseguito una laurea. Tali percentuali evidenziano come all’interno della comunità in esame si registri un livello di gran lunga superiore a quello che si registra nella media dei lavoratori provenienti da Paesi extra UE, considerando che il 59,6% di essi arriva unicamente alla licenza media. Sempre con riferimento al grado di istruzione, è più che mai opportuno segnalare come ancora una volta sia la popolazione femminile a distinguersi, considerando che ben il 22,3% delle donne ucraine occuparte possiede almeno una laurea.

Da ultimo, si ritiene di particolare rilevanza evidenziare il dato attinente ai settori economici nei quali gli appartenenti alla comunità ucraina sono inseriti. Il 65% opera nel settore dei Servizi pubblici, sociali e alle persone, mentre il 15% è impiegato nel settore del Commercio e Ristorazione. Merita una menzione speciale il mondo dell’imprenditoria. Nel nostro paese sono presenti 5.167 imprese individuali avviate da ucraini. Di esse, ben 2.818 (il 54,4%) sono guidate da donne, un dato questo che, ancora una volta, si pone in netta controtendenza non solo rispetto a quello che mediamente viene registrato tra le attività imprenditoriali avviate da cittadini extracomunitari, ma anche con riferimento a quello registrato all’interno della comunità europea.

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