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venerdì, 19 Aprile, 2024

Restrizioni e vaccini:la narrazione del governo può diventare un boomerang

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di Gabriele Rizza

Dopo il discorso agli italiani di Mario Draghi del 23 dicembre, in occasione delle festività natalizie, si terrà la cabina di regia che valuterà l’entità delle misure restrittive per contenere la corsa del virus. I contagi galoppano, ricoveri ordinari e in terapia intensiva crescono di giorno in giorno ad un ritmo però molto più lento rispetto alle ondate precedenti. Merito sicuramente dei vaccini, che però mostrano, come ormai dimostrato, la perdita di forza dopo cinque mesi dall’inoculazione, in attesa di una diffusione a tappeto della terza dose. Eppure, se si continua a ragionare sui numeri, l’Rt e i casi ogni centomila abitanti per far passare le regioni da un colore all’altro, si va ancora a “caccia di no vax” quando ormai quasi il 90% della popolazione è vaccinata, come a dire che se la situazione è questa è ancora colpa dei no vax, o dei genitori che non hanno portato tutti i bambini dai 5 agli 11 a vaccinarsi il primo giorno utile. Tuttavia, questa strategia potrebbe portare in questa fase crescente del virus il rischio paradossale che la narrazione del governo diventi un boomerang: da mesi si insiste attraverso campagne di sensibilizzazione, green pass e super green pass su quanto sia indispensabile (giustamente) il vaccino, però poi a mezzo stampa si mette in risalto il numero dei contagi e non invece quanto i vaccini contribuiscano a frenare i ricoveri. Quando, e se, le misure restrittive toccheranno anche i vaccinati, ad esempio con una zona rossa o con l’obbligo assoluto del tampone per prendere parte ad un’attività sociale, come il cinema o gli eventi, sarà proprio la narrazione opposta a farsi largo, quella no vax: avete visto signori, i vaccini non servono. Di più, se la nota del sindacato degli infermieri, Nursing Up, parla di: “4.684 i professionisti della salute che si sono infettati negli ultimi 30 giorni, avvicinandosi inesorabilmente a quota 5mila. Questo significa oggi, sempre tenendo conto delle percentuali INAIL di infermieri che si contagiano rispetto alla totalità del comparto (82%), che si stanno infettando 156 operatori sanitari ogni 24 ore, e di questi ben 128 sono infermieri”.
Aver spinto troppo sul nemico no-vax potrebbe creare qualche mal di pancia nell’accettazione di misure restrittive anche per i vaccinati, oltre a sfiduciare quella parte di popolazione dubbiosa ma che ha avuto fiducia nella scienza. Aver sostenuto che la diffusione del virus in questo autunno è in buona parte legata ai bambini non vaccinati è stata più réclame che realtà. Di fatto, semplicemente gli italiani vengono trattati da stupidi, spaventati a suon di bollettini e cambi di rotta, da ultimo quello dell’utilità dei tamponi, prima inutili per il green pass, ora di nuovo indispensabili per monitorare l’andamento del virus. Si naviga nella confusione, poi ci si meraviglia se i complottisti e paure trovano terreno fertile.

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