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giovedì, 10 Ottobre, 2024

Ocean Arks: design, innovazione e sostenibilità per l’allevamento in mare del pesce

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di Martina Grandori 

Anche il mondo dei cantieri navali guarda alla pesca sostenibile. Si chiama Ocean Arks, è stato progettato dal cantiere Ocean Arks Tech of Chile (OATECH) in collaborazione con Ocean Sovereign e approvato da RINA, società che opera nella classificazione navale finalizzata a fornire soluzioni che migliorino il benessere delle persone. 

Un’imbarcazione dal design assolutamente avveniristico studiata per facilitare lo sviluppo della piscicoltura: anziché creare allevamenti nelle lagune o nelle marine, si alleva il pesce direttamente in mare, una sorta di fattoria ittica mobile con grandi vasche-gabbie in rame  autopulenti che aiutano a garantire la salute e il benessere dei pesci. L’intento degli imprenditori cileni dietro ad Ocean Arks è proprio quello di cambiare accezione della piscicoltura. La popolazione mondiale aumenta, il cibo diventerà paradossalmente sempre meno se non si trovano soluzioni alternative come la verticale farm per frutta e ortaggi –  lo stesso vale per il comparto ittico, sempre più raro e costoso. Rendere il pesce più sano l’importante scommessa che Ocean Arks vuole vincere: far cresce nel proprio habitat i pesci riduce i rischi dell’acquacoltura tradizionale, migliora i livelli di ossigeno, temperatura, pH, salinità e altre variabili importanti per mantenere un’elevata produttività del pesce  (3900 le tonnellate stimate) evitando zone di basso contenuto di ossigeno, acidità, fioritura di alghe, marea rossa e altri rischi che interessano l’acquacoltura costiera.

Tutto ciò a vantaggio anche dell’accessibilità del prezzo rispetto agli attuali sistemi di acquacoltura al largo, terrestri o costieri.

L’imbarcazione ha una autonomia fino a 25 giorni, un equipaggio che varia da 6 a 20 persone a seconda, potendo far fronte a onde, mareggiate e venti forti, può navigare tranquillamente in giro per il mondo operando direttamente vicino ai mercati di consumo asiatici, americani ed europei riducendo così in misura notevole le emissioni dovute al trasporto del pescato. 

Lungo 150 metri e largo 60 metri, ha uno spazio per lo stoccaggio del pesce lavorato di 450 metri quadri, 4 gru per gestire le vasche, è dotato di eliporto in caso di emergenza e non manca l’ intelligenza artificiale, che ovviamente è a basso impatto ambientale.

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