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giovedì, 28 Marzo, 2024

MILANO CHIAMA ROMA: PIAZZE DIVERSE, STESSA VIOLENZA

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di Abbatino

Si avvicina la fatidica data del 15 ottobre 2021, lo spartiacque tra una nuova democrazia e la democrazia repubblicana che tutti abbiamo conosciuto.
Il Green Pass, osteggiato assai blandamente dai partiti del centrodestra in particolare da Lega ( quasi niente ) e FdI ( nelle aule parlamentari ), ma caldeggiato da Forza Italia e da tutto l’asse giallorosso, diventerà legge sui luoghi di lavoro pubblici e privati, in barba ai più basilari principi costituzionali. Prima della fatidica data, la piazza multicolore, contraria al green pass, si è scatenata a Roma e Milano, ma anche a Torino, Trieste, Napoli e Genova.
Tutti uniti contro il green pass; ma la solita retorica dei media di sinistra si è limitata ad urlare alla piazza fascista di Roma, solo perché il corteo si è diretto contro la sede nazionale della CGIL e per l’assalto alla stessa, stile Washington di qualche mese fa.
Ovviamente gli stessi si sono ben guardati dal porre all’attenzione di tutti anche la piazza di Milano, dove la guerriglia urbana c’è stata, e dove non sono mancati gli arresti dei soliti galantuomini di estrema sinistra dei centri sociali. Volendo fare una forzatura, gli opposti estremismi si stringono la mano nelle piazze, testimoniando la loro mai così lungimirante vicinanza, nella violenza si intende. Roma chiama Milano e Milano risponde con la violenza delle solite frange dei centri sociali. In realtà nelle piazze contro il green pass non c’erano solo fascio- comunisti,  c’era tanta gente comune che, seppur vaccinata, proprio non ce la fa a sottostare al velato obbligo vaccinale e, questo sì obbligatorio, green pass per andare a lavorare.
Solo noi abbiamo questa misura opprimente e anticostituzionale che impedisce di andare al lavoro, benché sani e abili lo stesso. Tra l’altro, siamo il Paese con più vaccinati e i contagi sono in calo ogni giorno da settimane. Quindi perché insistere su una cosa così inutile, ma dannosa per l’economia, come ci ricordano vari esponenti di Confindustria?
Si bruciano immagini di Draghi in piazza, ma si parla solo di Roma e si prepara il terreno per altri scontri nei prossimi giorni. Cui prodest?
Forse spostare l’attenzione sulla sempre verde polemica sul fascismo riesce a far vincere le elezioni a qualche candidato esponente del PD sparso in Italia? Oppure, in Italia, il fascismo di qualche pregiudicato che doveva stare lontano dalle manifestazioni, ma che ritroviamo ad arringare folle inferocite in piazza, è un problema serio?
Il 15 ottobre sta arrivando, da non confondersi però con il 28 ottobre, del secolo passato.

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