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giovedì, 3 Ottobre, 2024

DIEGO FUSARO: “MI TIRO FUORI DALLA GUERRA CIVILE E PROVO A RIMANERE ME STESSO”

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di Susanna Russo

Diego Fusaro è un filosofo, saggista e opinionista italiano.
Si è laureato in Filosofia della Storia e successivamente ha conseguito la laurea magistrale con una tesi in Storia della filosofia moderna su Karl Marx presso l’Università degli Studi di Torino.  A 16 anni ha creato un sito sulla filosofia, Filosofico.net, che gestisce ancora oggi, e dal 2015 cura un blog per Il Fatto Quotidiano. Nel 2017 ha fondato l’associazione culturale e rivista L’Interesse Nazionale insieme a Giuseppe Azzinari e con Ivan Rizzi.
Per un breve periodo, poco prima della sua chiusura, ha scritto per il settimanale Tempi. E’ stato inoltre titolare della rubrica Lampi del pensiero su Affariitaliani.it e della rubrica settimanale La ragion populista su Il Primato Nazionale.
Ha una rubrica quotidiana chiamata Lampi del pensiero quotidiano su Radio Radio. Per un certo periodo ha collaborato con Radio Padania Libera.
Ha curato molte traduzioni e pubblicato diversi saggi, l’ultimo uscito è Golpe globale. Capitalismo terapeutico e Grande Reset, edito da Rizzoli.


Che cosa ha spinto un liceale, appena sedicenne, a creare un sito sulla filosofia?

«Il blog nacque perché avevo un docente al liceo che mi fece appassionare alla filosofia, soprattutto attraverso i Dialoghi di Platone. Internet all’epoca non era quello di adesso, in rete si trovava poco in merito alla Filosofia, per questo pensai di condividere i miei appunti, così da metterli a disposizione anche di altri, tutto ciò che apprendevo e le mie idee a riguardo.»


Come si spiega che un marxista, se così lei si vuole definire, scriva su un giornale come Il Primato Nazionale? È una contraddizione solo apparente?

«Diciamo che, se proprio devo, preferisco definirmi come “un allievo indipendente di Marx”.
Ho scritto per Il Primato Nazionale per un breve periodo, ma in ogni caso io non ho alcuna chiusura rispetto chi mi permette di scrivere quello che penso. Posso scrivere da allievo di Marx su giornali liberali, conservatori, a patto che non mi impediscano di esternare quello che penso. Ecco perché scrivo allo stesso tempo su  diverse testate.»


Cosa significa avere ideali di destra ed idee di sinistra?

«Significa provare ad andare oltre le categorie del ‘900 e prendere il meglio da tutte le tradizioni politiche. Nello specifico, le idee di sinistra sono quelle marxiste, improntante sul lavoro, la solidarietà e i diritti sociali. I valori di destra, in genere, sono quelli volti a valorizzare la famiglia, la patria e via dicendo.»


Cosa rappresenta per la nostra società il regime di restrizioni che da ormai due anni regola le nostre vite?

«A mio giudizio rappresenta una metamorfosi in atto del capitalismo, sempre più basato su una forma di autoritarismo. Si è creato un metodo di governo che necessita di un’emergenza infinita, quello che si contesta non è il virus in sé, ma le misure adottate per contenerlo.»


Ci vuole dare una definizione di Grande Reset e Capitalismo Terapeutico?

 «Per Grande Reset intendo una riorganizzazione complessiva del mondo capitalistico della produzione che utilizza l’emergenza come base per riorganizzare il sistema capitalistico stesso. Quindi il capitalismo terapeutico è quello che si serve del mantra “proteggiamoci la vita” per instaurare una forma di controllo assoluto.»


Lei crede che sarebbe qui con la stessa passione per la filosofia e le stesse idee se avesse studiato in DAD? Ha mai provato ad immaginare la sua carriera scolastica per via telematica?

«Ragionando in via ipotetica, penso che mi sarei perso per strada, come sta succedendo a molti studenti in questa fase.»


Ha citato Seneca: “ogni giorno è l’inizio di un nuovo anno e io cerco di propiziarmelo con buoni pensieri che liberano l’anima dalle meschinità”. A che livello di meschinità sono le anime altrui?

 «Direi che in questi due anni un certo livello di meschinità generale è emerso, se è vero come è vero che ci ritroviamo nel bel mezzo di una guerra civile di tutti contro tutti, di italiani tesserati contro italiani non tesserati, ecco, io mi tiro fuori da questa guerra e provo a rimanere me stesso.»


Ritiene che questi siano solo i frutti della pandemia o che ci fosse un processo già in atto?

«Sicuramente il processo era già avviato e la pandemia ha fatto emergere completamente queste tendenze.»

 

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