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mercoledì, 17 Luglio, 2024

#conosciiltuosguardo. «Mi sono vergognato […]»

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di Angelo Portale

Era dai tempi del Papa Benedetto XV (cfr. Fabrizio Mastrofini, Il Riformista 25 Marzo 2022), con la Lettera “L’inutile strage” dell’agosto 1917, che un Pontefice non si esprimeva in modo così forte contro la guerra:«Mi sono vergognato a sentire che alcuni stati vogliono aumentare le spese militari», ha affermato Francesco in un discorso, qualche giorno fa, durante un’udienza al Centro italiano femminile.
Senza ombra di dubbio, in primis, le parole sono rivolte al Parlamento italiano. Parole senza mezzi termini, molto dure. Ha poi usato, sulla guerra, due parole nettissime: «vergognosa e insopportabile».
«La vera risposta, come ho detto, non sono altre armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari, ma un’altra impostazione, un modo diverso di governare il mondo ormai globalizzato – non facendo vedere i denti, come adesso –, un modo diverso di impostare le relazioni internazionali». Continuando: «La buona politica – non può venire dalla cultura del potere inteso come dominio e sopraffazione, ma solo da una cultura della cura, cura della persona e della sua dignità e cura della nostra casa comune e invece si continua a governare il mondo come uno ‘scacchiere, dove i potenti studiano le mosse per estendere il predominio a danno degli altri».
Queste parole rivelano implicitamente quanto la politica sia lontana dalla sua vera essenza. Certo, non sono state tantissime le occasioni in cui, nella storia dell’umanità, essa ha realizzato la sua vera missione in modo autentico ma senz’altro questo è un periodo storico in cui i soggetti politici sono molto lontani dal vero scopo della causa politica.
Il termine politica, come sappiamo, viene dal gr. πολιτική(τέχνη) e indica «La scienza e l’arte di governare, cioè la teoria e la pratica del governo». Governare, invece, termine latino (gubernare) proveniente dal greco(kybernao), vuol dire dirigere, guidare, tenere il timone.
Le parole di Francesco si muovono su questo sfondo filosofico, che vuole riportare alla luce l’anima della politica, il suo mandato autentico: guidare saggiamente la polis verso la realizzazione del bene comune.
Governare è sintesi di conoscenza teorica e conoscenza pratica. Per i greci, la seconda, si identifica con la saggezza: saper intravedere e realizzare il bene. Ora, alla luce delle parole del Papa e di queste ulteriori modeste riflessioni, le domande da farci potrebbero essere le seguenti.
Quale teoria, cioè quali valori, quali principi ci sono dietro la scelta di aumentare le spese militari?
Dove condurrà, in futuro, questo modo di tenere il timone? Verso quale direzione ci sta conducendo questa politica?
Se la rotta dovrebbe essere la cultura della cura, queste scelte ci porteranno a realizzare la cura della dignità umana e del pianeta terra?
Io non credo. Mi sento di condividere un’espressione di Bertinotti, apparsa qualche giorno fa sui quotidiani: «Non è una potenza militare che ci manca, ma una grande potenza mondiale del pensiero» che, aggiungo io, sappia rendere ragione (con un’impostazione autenticamente etica alla base) alla vera politica. E quanto, tutto ciò, dovrebbe essere un imperativo soprattutto per l’Italia, specialmente per la sua posizione geografica e per la sua storia culturale?

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