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sabato, 20 Aprile, 2024

Alcuni “ma” all’Italia paese dell’anno del The Economist

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di Gabriele Rizza

Il settimanale politico – economico di lingua inglese e di proprietà della famiglia Agnelli (e quindi un ibrido italo – olandese) The Economist proclama l’Italia paese dell’anno 2021.  Attenzione: il riconoscimento non è “per l’abilità dei suoi calciatori, che hanno vinto l’Europeo, né per le sue pop star, che hanno vinto l’Eurovision Song Contest, ma per la sua politica”, nemmeno per le medaglie di Jacobs e Tamberi. Non è stato assegnato al paese più ricco e felice, ma a quello che in quest’anno ha fatto i progressi migliori. A leggere le pagine del giornale britannico, i progressi riguardano al primo punto la coesione politica:Per una volta, una larga maggioranza dei politici italiani ha seppellito le proprie divergenze per sostenere un programma di profonda riforma“, su tutte spiccherebbe quella della giustizia targata Cartabia, di altre ancora, come sanità, giustizia e diritti sociali, non se ne hanno conferme dal Parlamento, dunque è più un investimento sulla fiducia a Mario Draghi che una realtà acquisita.
Altro punto, riguarda la ripresa economica, che il settimanale associa al grande successo della campagna vaccinale. L’Italia cresce più di Francia e Germania, senza però specificare che, durante la fase acuta della pandemia e delle zone rosse, il PIL italiano è precipitato più di questi due paesi, e che quindi un balzo più forte alla ripresa delle attività è fisiologico. In scia al The Economist tutti gli italiani sperano in una ripresa finalmente strutturale e non solo di circostanza. Il merito più grande va pero alla campagna vaccinale, la quale avrebbe permesso un vantaggio competitivo anche in chiave economica: “Il tasso di vaccinazione contro il Covid in Italia è tra i più alti d’Europa”, merito della coscienza degli italiani, al prezzo però di aver estremizzato culturalmente delle situazioni. Il settimanale non cita tutta quella schiera di politici italiani che dal loro Twitter invitavano a stanare i non vaccinati, o chiamare no vax coloro i quali avevano solo paura del vaccino, o a creare scontro tra dipendenti pubblici e autonomi durante l’estensione delle misure restrittive. Successo vaccinale dunque, ma il riconoscimento come paese dell’anno faccia ragionare sui risvolti oscuri del successo: come la manifestazione mal gestita di Roma, dove alcuni noti alla giustizia sono entrati nella sede della Cgil sotto gli occhi della polizia, con il risultato di una stretta alle manifestazioni. Oggi in Italia non si può manifestare nei centri urbani, se una fabbrica chiude gli operai dovranno manifestare in un angolo di periferia. Italia Paese dell’anno, con tanti ma.

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