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venerdì, 29 Marzo, 2024

Romano La Russa e quel braccio di troppo

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La spina nel fianco del centrodestra è da sempre, ma soprattutto in tempo di campagna elettorale, lo spettro fascista. Giorgia Meloni, nonostante non abbia mai dato alcuna prova di essere una nostalgica del Ventennio, è stata invitata più e più volte, anche con una certa insistenza, a prendere le distanze dall’ideologia fascista. La leader di Fratelli d’Italia non può nemmeno più indossare capi di colore nero, perché il rischio che il suo abbigliamento la faccia passare per una camerata della prima ora è altissimo. 
Durante la campagna elettorale per le elezioni amministrative dello scorso anno, un’inchiesta di Fanpage ha tentato di mettere in ginocchio la destra, dimostrando la presenza di numerosi nostalgici all’interno dei partiti capitanati da Salvini e Meloni. E ad elezioni avvenute, il rieletto sindaco di Milano, Beppe Sala ha chiesto a tutti i membri dell’Amministrazione di firmare l’attestato antifascista, iniziativa finita poi nel dimenticatoio.
Ecco perché il braccio alzato di Romano La Russa ai funerali dell’amico e cognato Alberto Stabilini, rappresenta uno dei più grossi scivoloni di questa campagna elettorale.
Il fratello di Ignazio La Russa ha da poco preso il posto di Riccardo De Corato, diventando il nuovo Assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia.
A poco servono i tentativi dell’esponente di Fratelli d’Italia di far passare il suo gesto come un’esortazione ad evitare il saluto romano rivolta ai camerati presenti al funerale. Inutile anche provare a svuotare di significato politico il gesto, definendolo come parte di una tradizione militare in vigore da secoli. Il braccio si alza, timidamente e sommessamente, ma l’intenzione e il valore attribuito al famigerato gesto, sono tutti racchiusi in pochi secondi di video.
La Sinistra invoca le dimissioni di Romano La Russa, ma forse, sotto un altro punto di vista, non aspettava altro che il passo falso da parte dell’opposizione a pochissimi giorni dal voto.
Giorgia Meloni questa volta ce l’aveva quasi fatta a condurre una campagna elettorale senza commettere autogol, ma ancora una volta, un esponente politico, si scorda di ricoprire un ruolo e di rappresentare un partito che, dal 26 settembre, vorrebbe rappresentare l’intera nazione

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