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giovedì, 3 Ottobre, 2024

MILANO, CAPODANNO: E SE IL VIRUS NON FOSSE L’UNICO PERICOLO?

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di Susanna Russo

“La mia amica è caduta, continuavano a spingerci in modo molto aggressivo, e ad un certo punto ho sentito mani dappertutto, anche dentro il reggiseno, che mi è praticamente stato strappato”, queste sono le parole di una delle due ragazze tedesche aggredite la notte di capodanno in Piazza Duomo, a Milano.
Le due ragazze, provenienti da Manneheim, non sono le sole ad essersi ritrovate vittima di molestie e atti violenti nella notte in cui si dovrebbero esprimere desideri ed augurarsi il meglio per l’anno che verrà. Ed invece, da queste parti, sembra andare solo peggio. Per una volta ci si scorda di mascherine non indossate e norme restrittive non osservate, anche perché questa volta, la distanza di sicurezza non rispettata non è quella che permette di prevenire il contagio, ma quella che bisognerebbe mantenere tra persone civili e rispettose. Cinque le donne che pare abbiano subito molestie nel buio poco sicuro del pieno centro milanese. Viene scontato chiedersi come sia possibile che in una notte di baldoria, su cui già normalmente vigilano le forze dell’ordine, in tempi di pandemia nessuno sia intervenuta per aiutare le donne in difficoltà. I video che circolano in rete mostrano, infatti, chiaramente come la polizia presente in piazza, ordinatamente disposta, presenzi più per formalità, che per sorvegliare la situazione ed intervenire se necessario. In modo altrettanto scontato, si rimane perplessi se si pensa che, invece, per controllare super green pass ed il corretto utilizzo delle mascherine, le formalità passino in secondo piano.
Insomma, iniziamo l’anno con una certezza che ci portiamo dietro da tempo: Milano non è la città sicura che, soprattutto la sinistra, vuole far credere sia, nemmeno in pieno centro, nemmeno quando gli eventi che richiamano ressa, e quindi possibili disagi, sono preannunciati ed attesi.
Non manca di far sentire la propria voce Silvia Sardone (Lega), che oltre a paragonare i fatti di Milano a quelli di Colonia nel 2016, si chiede che fine abbiano fatto le fervide femministe di tutta Italia. Non si lascia sfuggire l’occasione Giorgia Meloni, che si interroga su come sia possibile che nessuno della sinistra radical-chic si indigni, ponendo l’attenzione sul fatto che, così come a Colonia, anche a Milano, nessuno degli aggressori fosse autoctono, bensì, per la maggior parte, giovani arabi. Approfondisce la questione Nicola Porro, conduttore di Quarta Repubblica: “non puoi predicare il multiculturalismo, mettere sullo stesso piano tutte le culture, e poi lamentarti se le donne vengono considerate poco più che degli oggetti”.
La voce che manca è quella del Primo Cittadino, che solo una settimana dopo condanna quanto accaduto, etichettandolo come fatto grave, ma rilasciando una semplice dichiarazione, nessun post sui social a cui è tanto avvezzo.
Ricapitolando: niente forze dell’ordine, nessuna femminista, neanche un radical chic, Sindaco non pervenuto, ma speriamo che tutti in piazza fossero vaccinati!

 

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