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giovedì, 16 Maggio, 2024

L’Akasha, il quinto elemento

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Di Vito Foschi

Nell’antica dottrina induista si trova il concetto di Akasha, ovvero l’essenza di ogni cosa esistente, elemento più piccolo esistente, impercettibile e immutabile ed è uno dei cinque grandi elementi. Per queste sue caratteristiche è stato assimilato al concetto occidentale di etere che è esso stesso quinto elemento secondo la filosofia greca. Ricordiamo che gli altri quattro elementi sono l’aria, la terra, il fuoco e l’acqua. L‘etere sarebbe una sostanza di cui sarebbe fatto il cielo e tutto ciò che sta al di là come le stelle e i pianeti. Sarebbe una sostanza eterna ed immutabile e rispondeva alla domanda di cosa c’era nello spazio che non veniva considerato vuoto, ma bensì permeato dall’etere.

Questo concetto per quanto lontano da ragionamenti quotidiano tentava di rispondere ad una semplice domanda: lo spazio è vuoto? È esperienza comune che un corpo si muove in un fluido che sia aria o acqua o altri elementi gassosi o liquidi e pertanto viene naturale porsi il problema di come un qualsiasi corpo possa muoversi nel vuoto e se quest’ultimo esiste. Certamente possiamo ammettere che lo spazio esiste. Il semplice fatto che un corpo, una qualsiasi particella di materia possa muoversi in uno spazio implica che lo spazio esiste con precise caratteristiche. Come è fatto lo spazio? Se si svuotasse lo spazio di tutta la materia potremmo immaginare che continui ad esistere. Lo spazio è dotato di una sua essenza? In queste poche righe si è cercato di esporre un problema complesso. La fisica ha cercato di dimostrare l’esistenza dell’etere, fintanto che Einstein ha esposto la sua teoria della relatività che è stata in grado di risolvere le incongruenze della teoria sull’esistenza dell’etere. Semplificando al massimo, la relatività implica che la massa crea lo spazio e pertanto abbiamo che una massa curva lo spazio-tempo. Indubbiamente questa teoria ha risolto molti problemi, ma rimane la domanda su cosa sia lo spazio. Se possiamo immaginare uno spazio privo di materia, questo spazio è ancora qualcosa dotato di esistenza? Sappiamo che l’universo è permeato da una radiazione di fondo dovuta all’esplosione iniziale. Questa radiazione è una forma di etere? Un’altra teoria è quello che afferma che il vuoto non è statico: oscilla fra una situazione di assenza di materia ad una di presenza di materia in base alla quantità di energia. L’equivalenza fra materia ed energia secondo la famosa equazione die Einstein è alla base di questa teoria.

L’esoterista Rudolf Steiner ha interpretato il concetto di Akasha in maniera totalmente diversa. Dato che l’Akasha tutto collega nello spazio e nel tempo, lo interpreta come una sorta di registro universale contenente tutta la conoscenza dell’universo. Le stesse sedute spiritiche non sarebbero altro che un modo di accedere a questa memoria per parlare con l’immagine lasciata dai defunti in questo gigantesco archivio. Da questa interpretazione nascono le espressioni registri akashici, cronache di Akasha o ancora biblioteca Akashica o similari. L’idea è che si potrebbe entrare in contatto a questo immenso serbatoio di conoscenza per conoscere passato, presente futuro di ogni cosa o persona.

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