di Stefano Sannino
Come ogni anno, molti di noi hanno stilato una lista dei buoni propositi per il 2022, sperando magari in un cambiamento radicale delle proprie abitudini professionali, personali o emozionali. Eppure, presi dalla frenesia di cambiare le nostre abitudini ci dimentichiamo spesso di quanto queste possano essere salutari e benefiche per noi, permettendoci nei fatti di perseguire i nostri scopi ed i nostri obiettivi. Dopotutto, gli ultimi due anni di pandemia ci hanno indotto ad una brusca rottura delle nostre abitudini, portando moltissime persone in tutto il mondo a cambiare radicalmente il proprio stile di vita e la propria routine. Sebbene questo fattore sia stato sottovalutato dai più, esso si è rivelato estremamente problematico per moltissime persone, che hanno visto vacillare il proprio equilibrio emotivo e psicologico.
Il ruolo dell’abitudine è, in questo quadro, fondamentale.
L’isolamento ed il distanziamento hanno inevitabilmente indotto non solo una riduzione del contatto sociale, ma anche – come diretta conseguenza – anche una riduzione dell’abitudine all’emotività, alla compassione e, più in generale, a tutti quegli aspetti interiori che consentono alla nostra società di rimanere unita ed aggregata. Gli ultimi due anni hanno quindi segnato il momento in cui moltissime persone sono diventate incapace di compatire gli altri, in cui l’egocentrismo ha sostituito il ben più sano individualismo ed in cui, quindi, i bisogni personali hanno superato quelli degli altri e della comunità.
A fronte di questo radicale cambiamento dei pattern sociali, ci si è però spesso nascosti dietro ad un falso altruismo o ad una falsa emotività, grazie all’impiego di campagne social che però, tali sono rimaste. Se da un lato si gridava agli infermieri ed ai medici come a degli “eroi”, dall’altro non è cambiato il modo in cui le istituzioni e le persone valutano il loro lavoro, non sono aumentate le spese per la sanità e moltissime aziende ospedaliere riducono il numero delle strutture e dei reparti per far fronte alla mancanza di sostanziali investimenti economici da parte dello Stato.
Se da un lato la compagnia social del canto sui balconi promuoveva il senso di comunità ed identità nazionale, dall’altro vengono perpetrate politiche sempre più discriminatorie in virtù di un fantomatico “potere della maggioranza” della popolazione italiana.
Il quadro sociologico che va quindi così a delinearsi è estremamente complesso ed articolato, essendo ricco di contraddizioni teoriche e pratiche, che inevitabilmente derivano dal nostro esserci disabituati all’altruismo ed alla compassione.
Oggi più che mai è quindi fondamentale re-imparare ad emozionarsi, non nel senso riduttivo di provare stupore davanti a qualcosa, ma nel senso più ampio di provare emozioni positive e negative, ma anche creative e distruttive, perché tutte loro ci permettono di essere umani e di sentire, amare ed evolverci in quanto tali. Questo, forse, dovrebbe essere il vero proposito del 2022.