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venerdì, 19 Aprile, 2024

Passa il matrimonio egalitario? E io mi separo!

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Nick Jensen e sua mogli Sarah, due cittadini australiani, hanno deciso di inscenare una strana e originale protesta contro i matrimoni gay: se l’Australia li legalizzerà loro si separeranno. Ecco cosa ha dichiarato Nick Jensen:

Pensiamo che il matrimonio sia un ordine fondamentale della creazione. Parte della storia umana di Dio. Il matrimonio è l’unione di un uomo e una donna prima di una comunità al cospetto di Dio. E il matrimonio di qualsiasi coppia è importante per Dio rispetto al fatto che quella coppia riconosce il coinvolgimento di Dio e la sua autorità.
Se il nostro parlamento federale voterà per cambiare la naturale e senza tempo definizione di matrimonio, alla fine di quest’anno, si muoverà contro il blocco fondamentale e fondativo della società australiana.

Personalmente faccio davvero fatica a comprendere il senso di questa protesta. Mi chiedo perché mai debbano separarsi qualora gli altri possano sposarsi. Mah. Contenti loro…

Costanza Miriano.
Costanza Miriano.

Se il caso fosse isolato non ne parlerei, se non come una curiosità divertente, tanto per dimostrare a che punto possa arrivare la fantasia dei fanatici. Ma purtroppo al peggio non c’è mai fine e chi spara simili corbellerie trova sempre qualcuno pronto all’emulazione. E così anche nel nostro paese c’è chi minaccia la separazione in caso di legalizzazione del matrimonio egalitario o delle unioni civili.

A rilanciare l’idea (senza nemmeno citare i Jensen) è Costanza Miriano, giornalista della RAI, autrice del libro “Sposati e sii sottomessa”, che da tempo ci allieta con le sue idee retrograde da badessa medioevale. Ecco cosa scrive in un editoriale sul sito del quotidiano “La croce”, giornale di Adinolfi:

Faccio una proposta: separiamoci tutti. Se lo Stato dovesse dare una valenza pubblica alle unioni di persone dello stesso sesso, se addirittura dovesse passare il ddl Cirinnà, che non solo dà un riconoscimento alle convivenze di persone indipendentemente dal sesso, ma le equipara in tutto tranne che nel nome al matrimonio, ritengo che noi che investiamo nella famiglia ci dovremmo separare civilmente. Tanto, adesso, col divorzio breve è un attimo, si fa prima a rompere un matrimonio che a cambiare gestore telefonico.

E ancora:

Se la Cirinnà dovesse diventare una legge il matrimonio non sarebbe più il riconoscimento pubblico di qualcosa che costruisce un beneficio comune – cioè essere disposti a mettere al mondo persone e a farsene carico in modo stabile fino a quando loro a loro volta non saranno in grado di provvedere a sé e alla società – ma sarebbe solo un sigillo su un sentimento.

E aggiunge che lei e suo marito in tal caso sarebbero intenzionati a separarsi, perché per i sentimenti non hanno bisogno di un’istituzione.

Ora, qualcuno dovrebbe spiegare alla Miriano che una coppia omosessuale ha le stesse problematiche e lo stesso bisogno di diritti di quella eterosessuale e non è solo una questione di astratti sentimenti. Un esempio: se un uomo gay finisce all’ospedale in coma, i medici non possono dare nessuna informazione al compagno, il quale dovrà sperare nella comprensione e nell’elemosina della famiglia dell’incidentato. E poco importa se i due convivono, magari da vent’anni. Per la legge sono due estranei.

Anche la questione dei figli non è estranea alle coppie omosessuali. Molte persone omosessuali, infatti, hanno figli avuti da precedenti rapporti eterosessuali o in altro modo. Se si trattasse solo e unicamente di un sentimento astratto non servirebbe certo un contratto legale, ma visto che così non è…

Anche sulla seconda parte del passo che ho riportato ci sarebbe da ridire. Che il matrimonio abbia gli scopi descritti dalla Miriano mi sembra più idea sua che non legge dello stato. Per lo stato il matrimonio è un contratto che regola i rapporti tra i coniugi e non un impegno morale a mantenere lo status quo della cattolicità! Anzi, perfino i padri costituenti, che nella costituzione rimasero vaghi sul tema famiglia, evitando di indicare un modello preciso, dissero che era opportuno non cristallizzare un modello fisso di famiglia, non sapendo cosa avrebbe riservato il futuro. Il 5 novembre 1946 durante la discussione dell’articolo 29 (quello che riguarda la famiglia) furono dette queste parole:

Pur essendo molto caro ai democristiani il concetto del vincolo sacramentale nella famiglia, questo non impedisce di raffigurare anche una famiglia, comunque costituita, […] dotata di una propria consistenza che trascende i vincoli che possono solo temporaneamente tenere unite due persone.

E a dirle non fu un ateo mangiapreti. A dirle fu Aldo Moro, noto politico della Democrazia Cristiana.

Mi perplime anche il lato morale e religioso della questione, aspetto assai caro alla Miriano. Bisognerebbe spiegarle che il divorzio è, per quella Chiesa Cattolica Apostolica Romana che lei ama tanto, un peccato e che i divorziati vivono in stato di colpa grave, tanto da non poter accedere ai sacramenti. Come giustificherà la cosa al Vaticano? Sorge quindi il dubbio che forse la Miriano abbia intenzione non di divorziare, ma di separarsi, di optare cioè per quella via di mezzo che in teoria separa i coniugi, ma in pratica non fa perdere i diritti derivanti dal matrimonio. E in tal caso si potrebbe parlare di ipocrisia, cosa condannata nel Nuovo Testamento, ben più dell’omosessualità. Ipocrisia che si riscontra nella giornalista anche grazie ai suoi frequenti riferimenti a San Paolo per giustificare le sue tesi e la sua omofobia. Peccato che il fatto stesso che lei parli in pubblico e discuta contraddicendo chi ha idee diverse, e pretenda di discutere alla pari anche con gli uomini sia in contraddizione con la dottrina di San Paolo. Ecco cosa dice infatti il Santo:

La donna impari in silenzio, con perfetta sottomissione. Non permetto alla donna di insegnare, né di dominare sull’uomo, ma voglio che stia in silenzio. [Prima lettera a Timoteo, capitolo 2, versetti 11 – 12]

A quanto pare San Paolo è valido e incontestabile solo quando fa comodo.

In ogni caso, se il disegno di legge sulle unioni di fatto passerà e diverrà legge (cosa da non dare per scontata) vedremo se la Miriano si separerà o se, addirittura, divorzierà.

Enrico Proserpio

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