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martedì, 16 Luglio, 2024

Una corretta ed oculata attuazione del PNRR può trasformare il “rifiuto” da problema a preziosa risorsa per tutti

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Il rifiuto, sia urbano che industriale, per anni è stato considerato un problema e una dannosa emergenza, mentre una sua corretta gestione integrata potrebbe rappresentare la soluzione ottimale, non solo da un punto di vista ambientale, ma anche economico e sociale, per l’intera collettività.
Affinché queste soluzioni possano materializzarsi il prima possibile, bisognerà fare ricorso alla concreta attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che specificamente alla mission n.2, quella relativa alla rivoluzione verde ed alla transizione ecologica, espressamente al punto 1 contempla ben 5 miliardi di stanziamento per incentivare sia i sistemi di economia circolare che il miglioramento generale della gestione dei rifiuti.
Opportunità da non perdere, a cui tutti i protagonisti sociali, devono partecipare attivamente, al fine di poter dare un propulsivo ed incisivo contributo, a prescindere dai ruoli ricoperti, siano essi sociali, istituzionali che imprenditoriali, in modo che gli enti regionali e locali oltre che gli stakolder di varia natura, possano raggiungere agevolmente gli ambiziosi, ma non utopistici, obiettivi posti nell’ambito della gestione integrata dei rifiuti urbani ed industriali, passaggio necessario ed obbligatorio per il raggiungimento di una piena transizione ecologica.
La strada è sicuramente tortuosa e piena di ostacoli, questi ultimi sono spesso di natura burocratica o frutto di cattiva informazione e formazione, ma per colmare queste carenze , bisogna rifarsi al programma nazionale della gestione dei rifiuti (PNGR), che rappresenta un valido strumento strategico di indirizzo, necessario a cui gli enti locali devono puntare per una gestione controllata ed efficiente dei rifiuti, attenendosi a quanto espressamente stigmatizzato dall’art. 198-bis del D.Lgs 152/2006 ripreso poi dal più recente D. Lgs n. 116 del 2020, prevedendo dettagliatamente ed in modo vincolante, sia i flussi e le quantità dei rifiuti, che le tempistiche degli obiettivi posti, in modo da poter così garantire degli standard gestionali omogenei ed uniformi a livello nazionale.In questo modo possono essere abbattute anche le attuali difformità tra le varie regioni del Paese.

Altro obiettivo del Programma (PNGR) sarà anche quello di colmare il gap impiantistico tra i territori, puntando sull’aumento della raccolta differenziata e del riciclaggio, al fine di sviluppare nuove fonti di approvvigionamento di materie prime seconde, recuperandole proprio dal ciclo dei rifiuti, in sostituzione di quelle tradizionali sempre più costose ed introvabili rispetto alle materie vergini, contribuendo contestualmente anche alla piena attuazione della transizione energetica, problema che in questi ultimi tempi si sta sempre più acuendo e cronicizzando, per le notorie motivazioni che tutti conoscono, guerra in primis.
Questa puntuale strategia gestionale, mirerà ad orientare le politiche pubbliche e ad incentivare le iniziative private, verso lo sviluppo di un’economia circolare e sostenibile, oltre che ad una sensibile riduzione delle discariche, punti saldi ed irrinunciabili degli obiettivi del PNRR.
Questa concreta opportunità di ripresa, che viene data alle comunità nazionali, da questo Piano, non può essere assolutamente disattesa, in quanto ingenti risorse sono destinate proprio al mangement waste, ossia alla gestione dei rifiuti, e si parla di oltre 1, 5 miliardi di euro, che saranno appunto impiegati per la costruzione di nuovi impianti di trattamento dei rifiuti e per il rinnovamento di quelli già esistenti, (così come espressamente previsto dal Decreto Ministeriale 396/2021) e nel caso specifico nella realizzazione di nuovi progetti denominati “Faro” per l’economia circolare e per determinate filiere dei rifiuti considerate strategiche.

Le carte vincenti per superare questa sfida sono la creatività e l’entusiasmo made in Italy, oltre che l’oggettivo coraggio, infatti non è un caso che l’Italia ha voluto, a differenza di altri Paesi europei come la Francia, la Spagna e addirittura la Germania, avere accesso anche ai prestiti dellA UE, e non solo ai sostegni finanziari a fondo perduto.
Il Paese è quindi pronto per questo salto di qualità che deve affrontare in modo unito e compatto, senza farsi trovare impreparato, dimostrando grande fiducia nelle proprie classi dirigenti, politiche ed imprenditoriali.
Un management waste, dinamico e competente, può risolvere concretamente le crisi e le emergenze legate al settore dei rifiuti, con azioni concrete ed incisive e bilanciando gli interessi in modo razionale e scientifico, e quello che da molti è stato immeritatamente considerato per anni, solo un problema, può trasformarsi in una preziosa e valida risorsa per tutti.

di Francesco Della Corte

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