di Roberto Donghi
I rapporti tra Repubblica Popolare Cinese e resto del mondo sia pubblico che privato, sono oramai noti per la totale richiesta di omertà da parte del Partito Comunista Cinese su temi caldi quali Tibet o più recentemente Hong Kong.
E’ stata proprio la questione dell’ex colonia britannica a generare situazioni imbarazzanti quali il caso Versace e la loro felpa con finte date di concerti, una delle quali riportava Hong Kong come stato indipendente dalla Cina. La fine della storia la conosciamo bene: lettera di scuse della Versace e tanti cari saluti alla moda che difende l’arte e la libertà di espressione.
Ma quel coraggio che l’emancipata moda e la politica occidentale non hanno, ha dimostrato di averlo lo sport, in particolare il basket.
Nella giornata di ieri infatti Daryl Morey manager degli Huston Rockets, squadra della NBA, ha twittato un messaggio di supporto ai manifestanti di Hong Kong. Un pensiero privato che però ha portato di corsa la tv di stato cinese a rispondere con la cancellazione, dal proprio palinsesto, delle partite di Basket americano.
Questa volta, però, uno sprazzo di dignità ha ridato coraggio ad un mondo appiattito sul business. Se in un primo momento il commissioner della NBA Adam Silver aveva rivolto le scuse della Lega alla Cina, successivamente è tornato sui suoi passi affermando in un comunicato ufficiale “[…] Come fanno tanti brand globali, anche la NBA fa affari in Paesi retti da sistemi politici diversi, in giro per il mondo. Ma a quelli che ci chiedono le nostre motivazioni, queste sono ben più della semplice volontà di far crescere il nostro business. Valori come l’eguaglianza, il rispetto e la libertà di espressione hanno da sempre definito la NBA e continueranno a farlo.
Le aziende di moda ed i capi di governo occidentali prendano nota.
