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venerdì, 26 Aprile, 2024

PAOLO TIRAMANI (Lega). IL SUCCESSO DEL PARTITO IN VALSESIA E LA SCOMMESSA NAZIONALE

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di Gabriele Rizza

Paolo Tiramani è alla sua prima esperienza da deputato e dal 2017 è sindaco della sua città, Borgosesia, in Valsesia, territorio che ha visto negli ultimi anni una forte ascesa della Lega. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare il lavoro che sta dietro il successo leghista in Valsesia e chiacchierato sull’attualità politica nazionale. Tiramani ha una compagna ed è un padre premuroso, cattolico, sempre vicino ai suoi cittadini e disposto in qualsiasi momento ad aiutare chi è in difficoltà; nella Lega e tra gli alleati è uno degli esponenti più apprezzati per umiltà, dialogo e pragmatismo.

Siamo sempre più in difficoltà in vista della ripartenza scolastica, è un tema che può mettere in discussione la tenuta del Governo o comunque metterlo a dura prova?

«Ritento il tema importante, mi sembra inverosimile che a pochi giorni dall’inizio della scuola questo governo faccia di tutto per complicarsi la vita. Ad esempio, non si sa se arriveranno mai i banchi nuovi, penso poi al trasporto scolastico: si parla di percorrenza massima di quindici minuti a scuolabus e francamente non so se il governo ha chiara la morfologia della nostra nazione, dove in molti comuni e frazioni per raggiungere la scuola più vicina ci vuole mezz’ora di tragitto. Nei mesi passati in Valdisesia abbiamo preparato un programma di ripartenza unico in Italia, di cui si saprà tutto a breve. Sarà modello per tutti».

La pandemia ha messo in secondo piano altre questioni importanti come il referendum di settembre. Salvini ha dichiarato che la Lega voterà sì, perché? Sarà seguito da tutti i militanti della Lega?

«Credo che per coerenza ad un contratto di governo la Lega in Parlamento ha votato sì, credo anche che le priorità per l’Italia siano altre e temo che molti territori possano non essere rappresentati dalla riduzione dei deputati.  Molti elettori della Lega e degli altri partiti di centrodestra voteranno no per dare un segnale forte a questo governo».

La Lega in Valsesia ha ottenuto ottimi risultati, che lavoro c’è dietro questo successo?

 «Innanzitutto un forte lavoro di squadra tra tutti i comuni, la Valsesia ha circa settantamila abitanti e ventotto comuni, se non fosse così ci troveremmo ognuno in ordine sparso e a non contare nulla. Invece abbiamo sempre saputo fare massa critica e a livello amministrativo, ma soprattutto abbiamo fatto un grande lavoro in mezzo alla gente, di ascolto e concretezza».

Sembra che il radicamento sul territorio e il valore delle sezioni di partito, siano in secondo piano rispetto ai social e al personalismo in politica, lei da amministratore locale cosa ne pensa?

«La vera campagna elettorale non inizia un mese prima delle elezioni, ma dura i cinque anni dopo il giorno delle elezioni, con una costanza nel risolvere i molteplici e vari problemi dei cittadini. Essere presenti porta a dare risposte importanti».

È possibile che la svolta nazionale di Salvini abbia limitato il forte ruolo delle sezioni e della classe dirigente che è sempre stato un punto di forza della Lega?

«La Lega ha un forte radicamento territoriale, le sezioni hanno un’attività di gruppo che permette di pianificare l’attività territoriale. Salvini è stato bravo a riuscire ad allargare questo concetto non solo ad un territorio limitato ma a tutta la nazione, trasformando la Lega in un partito con istanze nazionali, Salvini ha questo grande merito».

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