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venerdì, 29 Marzo, 2024

MILANO, MA CHE BEL CASTELLO, MARAN, MARAN MONELLO. Cittadini in rivolta contro il castello di carte del Comune

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La pedonalizzazione di piazza Castello ormai è realtà. Uno spazio vuoto enorme ora si presenta davanti alla torre del Filarete del Castello Sforzesco, prima di incontrare quell’aborto estetico di ferro e vetro in largo Cairoli, porta di entrata metaforica per i visitatori stranieri nella Milano dell’Expo.

PRESENTAZIONE NUOVO TRAM ATMNon si sono levati gli Osanna dai consueti radical chic del centro, ma un folto gruppo di residenti e commercianti si è mobilitato per cercare di far recedere la Giunta su questa decisione. Meno parcheggi, meno turisti, meno sicurezza la sera, molto più traffico tutto intorno. Ma soprattutto: cos’hanno da guardare o fare turisti e milanesi in 15.000 metri quadrati di asfalto e binari dei tram?

Queste le motivazioni della protesta dei residenti, che intorno ad esse hanno già raccolto migliaia di firme contrarie al mantenimento dell’area pedonale. Non il solito comitato, ideologico e con infiltrazioni di estremismo da sinistra, ma un gruppo di cittadini e commercianti decisi a evitare ciò che per loro si sta rivelando un incubo.

Hanno scritto ai giornali, e anche il Corriere della Sera ha ripreso la loro protesta. Una mattina il consigliere comunale di Sel Luca Gibillini si è svegliato e ha trovato la protesta dei cittadini residenti di piazza Castello riportata persino sul Corriere. Ma proprio non gli è piaciuta e, acceso dal sacro fuoco del Marxismo, si è lanciato in un’infervorata critica agli autori delle proteste: “Cari residenti di Piazza Castello – tuona Gibillini -, so che siete pochi ma influenti, perchè chi abita lì povero e disperato non è. Massima solidarietà per voi. Per voi che avete la possibilità di far sentire il vostro vocione attraverso il Corrierone della sera, vocione arrabbiato perchè non potete arrivare sotto casa con il SUV e rischiate di avere sotto casa gente normale, mentre siete abituati ad avere il Castello solo per voi. Voi, disperati, che avete modo di urlare il vostro sdegno solo attraverso i massimi giornali e un intero centrodestra che vi coccola e protegge. A voi, amici residenti di Piazza Castello, espropriati della vostra proprietà, perchè è evidente a tutti che la piazza davanti allo sforzesco è di proprietà di chi ci abita, perchè l’Italia agli Italiani, milano ai milanesi e piazza castello ai piazza castellani. A voi, dicevo, la mia massima solidarietà, e la speranza che la devastazione e il saccheggio che porterà questa sciagura della pedonalizzazione passi presto. Siamo tutti piazzacastellani”. 

Emergono due questioni da questo monologo, a metà tra Bertinotti e Bisio: la prima, come si permettono i residenti del centro, per cui la Giunta ha lavorato così tanto, di protestare addirittura attraverso il Corriere il loro dissenso. La seconda, il sottofondo di “Fischia il vento…” che sembra di sentire leggendo queste parole. La distesa ora vuota di piazza Castello è diventata il nuovo campo di battaglia per combattere la lotta di classe.

Non vediamo però quale giovamento possa portare ai cittadini più poveri stare in mezzo a una distesa di asfalto senza il nulla intorno magari in un pomeriggio di calura estiva. Anche rimanere distesi su una delle sdraio di Maran, come aveva proposto proprio l’assessore, non si capisce come possa aiutare a vivere la storia e l’identità vera di Milano, non certo una città di mare.

Nel dubbio, il consigliere comunale di Sel, compagno Luca Gibillini, potrebbe andare ad ascoltare quei cittadini che amministra, quei perfidi borghesi che hanno osato protestare. Può farlo martedì prossimo 29 aprile al bar Castello nell’omonima piazza, dove cittadini e commercianti si sono dati appuntamento per discutere su come portare avanti le loro ragioni. L’appuntamento, che segnaliamo a chiunque voglia anche solo farsi un’idea delle motivazioni della protesta, è alle 18:30 nello spazio interno che il bar ha gentilmente messo a disposizione. Saranno discusse le strategie di azione contro questa decisione della giunta arancione di Milano. 

Gabriele Legramandi

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