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giovedì, 18 Luglio, 2024

MARCO BESTETTI (FI): “LA MILANO DEL CENTROSINISTRA È UNA CITTÀ DA COPERTINA PATINATA”

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di Susanna Russo

Inizia la sua militanza politica negli anni del Liceo e dell’Università, aderendo al movimento giovanile Forza Italia Giovani e al movimento universitario Studenti per le Libertà. Nel 2009 viene eletto Consigliere di Facoltà di Giurisprudenza all’Università Cattolica di Milano.
Nel 2011 è il primo degli eletti nella lista del Popolo della Libertà al Consiglio di Zona 7 di Milano. Dal 2012 al 2016 è Coordinatore cittadino di Forza Italia Giovani a Milano. Candidato presidente del Municipio 7 nel 2016 per il Centrodestra, è stato eletto al primo turno. Nell’agosto 2019 è stato nominato Commissario nazionale del movimento giovanile di Forza Italia.
È candidato alle Amministrative di Milano per Forza Italia.


Quali sono le motivazioni che l’hanno spinto a candidarsi a queste amministrative?
 

«Dopo 10 anni di impegno amministrativo al servizio del Municipio 7, 5 anni da Consigliere e 5 da Presidente, ho scelto di intensificare il mio impegno per la città che amo, candidandomi in Consiglio Comunale. Credo fermamente nella capacità di ognuno di noi di dare il proprio contributo per migliorare il proprio quartiere, la propria città, finanche il proprio Paese, ed è proprio per questo che da 15 anni mi metto al servizio della mia comunità, e adesso ritengo di poter mettere la mia esperienza amministrativa a servizio della città.»

 

Con quali modalità e quali aspettative ha portato avanti questa campagna elettorale?

«È stata una campagna elettorale anomala per le tempistiche compresse e il contesto pandemico, ma nonostante ciò ho provato a portarla avanti nel modo più tradizionale possibile, incontrando e guardando negli occhi le persone, confrontandomi con loro su criticità ed aspettative, tentando di proporre delle soluzioni.Non è stato facile, ma sono comunque riuscito ad incontrare centinaia di persone che hanno realizzato l’importanza di andare a votare, perché ogni voto può essere determinante»

 

Che cosa contesta dell’appena trascorsa amministrazione? 

«Credo che Sala abbia costruito una Milano da vetrina, una Milano fittizia, raccontata come una favola che poi si è scontrata con la realtà: il Covid ha portato a galla tutta una serie di contraddizioni. Il costo della vita non fa che aumentare, ma ciò non accade con gli stipendi, e questo divario sta portando molte persone a spostarsi nelle periferie. Per non parlare dei giovani che, concluso il percorso universitario, spesso non riescono a dare il loro apporto all’economia  della città perché non possono permettersi di pagare un affitto a Milano. Io credo che Milano debba tornare ad essere una città per tutti, che non sia solo la città dei grandi eventi, dei grandi progetti e delle grandi iniziative, ma che sia una città per la vita di tutti i giorni, anche perché vi sono delle aree per cui sono stati investiti miliardi e altre in cui non ci sono nemmeno le risorse per provvedere alla manutenzione dei marciapiedi.»


Come dovrebbe essere per te la Milano del 2026?

«La vedo come una città viva in ogni suo quartiere, che consenta ad ogni cittadino di esserne orgoglioso. La Milano del 2026 prevista dal centrosinistra è una città da rivista patinata che si scontra con la realtà, che vede i cittadini spaventati di uscir la sera, piena di sporcizia e trascurata nei suoi servizi essenziali. La Milano del 2026 deve tornare all’efficienza meneghina a cui ci hanno abituati le giunte Albertini e Moratti: una città pulita, ordinata, decorosa, con luoghi verdi e tutti servizi necessari.»


In che modo ti ha cambiato, se ti ha cambiato, essere alla guida di FI giovani, anche nella prospettiva di questo nuovo ruolo che vorresti ricoprire?

 «È stato fantastico. Ho toccato con mano la grande capacità dei giovani di plasmare il mondo attraverso le loro lenti. Quella di Forza Italia è una comunità straordinaria, lontanissima dagli stereotipi che descrivono i giovani come disinteressati e pigri, si tratta piuttosto di una generazione che ha voglia di rimboccarsi le maniche, assumersi le sue responsabilità e cambiare le sorti di questo Paese. Tutto ciò mi ha permesso di capire che Milano deve diventare una realtà a misura di futuro e quindi di giovani. Sogno una Milano che permetta ai giovani che hanno voglia di rimboccarsi le maniche, di contribuire alla crescita di questa città, così da potersi costruire il loro futuro. È arrivato il momento che le nuove generazioni abbiano i mezzi per costruire il futuro di Milano, perché futuro di Milano è il loro futuro.»

 

 

 

 

 

 

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