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giovedì, 18 Luglio, 2024

L’ULTIMA DAL COVID: FAR PAGARE I RICOVERI AI NON VACCINATI. Una proposta che nasconde decenni di tagli e la crisi della nostra società

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di Gabriele Rizza
Liquidata poi come una provocazione, resta ormai nell’immaginario collettivo la proposta dell’assessore alla sanità della Regione Lazio, Alessio D’amato, di far pagare il ricovero in terapia intensiva ai non vaccinati. “Queste persone che rifiutano la vaccinazione mettendo a rischio le libertà altrui devono assumersi la responsabilità delle proprie scelte e azioni fino in fondo” dice l’assessore a Il Messaggero. Non è il primo a fare riferimento a questa soluzione finale (paragone forse estremo, ma va incanalata l’assurdità della proposta nella giusta direzione, spiegheremo più avanti), già il vice ministro alla salute Sileri aveva rilasciato una dichiarazione simile. Il ragionamento dell’assessore si basa poi su un calcolo economico: “Ogni ricovero in terapia intensiva costa circa 1.500 euro al giorno per una media di 17 giorni di degenza”, per un costo medio di 25.500 euro a paziente ricoverato.
Il problema c’è ed è inutile negarlo, il Covid ha avuto un impatto devastante sui conti della sanità, come sui conti di tutti gli imprenditori italiani (dove peraltro gli aiuti sono stati infinitesimali rispetto a quelli erogati in Germania o Gran Bretagna), e i vaccini sono al momento l’unica arma a disposizione per proteggere le vite e non sovraccaricare la sanità. Tuttavia, i vaccini non sono obbligatori, o meglio, lo sono ormai de facto se si vuole continuare ad avere una vita sociale e culturale con il green pass, ma in questo modo verrebbe meno il presupposto universale della nostra sanità, così come la conosciamo e così come l’Italia ha sempre vantato di essere. La sanità pubblica cura, non seleziona chi curare, altrimenti perché non estendere l’idea di D’Amato a tutti i comportamenti irresponsabili? Dovremmo forse far pagare per curare i tumori causati dal fumo, le ferite causati dagli incidenti stradali sopra il limite di velocità o perché non ci si è fermati ad uno stop? Perché non basta giustificare la proposta dalla Regione Lazio con una presunta accusa di limitazione della libertà altrui. Il concetto liberale de “la mia libertà finisce dove inizia quella degli altri” è ormai troppo abusata per dare la colpa a cittadini mettendoli contro altri cittadini, senza che lo Stato si prenda alcuna responsabilità, come il coraggio di rendere il vaccino obbligatorio senza ricorrere a scappatoie.
Certo, ormai la sanità pubblica non è nemmeno più alla portata di tutti: sempre più italiani si rivolgono ai privati per una visita, visti i lunghissimi tempi di attesa e la chiusura di ospedali e migliaia di presidi sanitari. Ci sarebbe da rispondere così a D’Amato, non si possono nascondere e coprire i tagli alla sanità sui cittadini, che siano anche i più cocciuti, ottusi o no – vax. Sarebbe mettersi al loro pari. Come diceva Marco Aurelio: “la miglior vendetta è comportarsi in modo differente dagli altri”.

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