di Abbatino
La politica ci ha abituato a scenari complessi e imprevedibili. Il governo Draghi rappresenta un capolavoro inedito dove destra e sinistra si scompongono e creano ircocervi difficili da digerire da coloro che seguono la politica. Da Salvini a Boldrini, già è una contraddizione, figurarsi se adesso può essere possibile tra Lega e Forza Italia fondersi in un unico partito. Eppure anche questa volta pare essere già in atto un avvicinamento sospetto che presagisce a qualcosa, accompagnato anche da una scissione, quella di Brugnaro e Toti, che presagisce una fine così imminente dei due soggetti politici. Già la chiamano Lega Italia. Suggestivo il nome, molto meno il contenuto. Difficile conciliare un elettorato cosiddetto moderato e liberale con qualche nostalgico della secessione o del federalismo, culture politiche diverse, diversi gli orizzonti. Ve lo immaginate Salvini nel ppe insieme alla Merkel? O Berlusconi con gli ungheresi allo stesso tavolo? Sembra fantascienza. Nessuno dovrebbe rinunciare a niente di se per mettere in comune ciò che accumuna. In questo caso, il minimo comune denominatore dove sarebbe da ravvisare? Forza Italia raccoglie ancora tanti elettori per la sua capacità di rappresentare un partito di centro moderato; la Lega ha raccolto tanti elettori perché di moderato in questi anni ha dimostrato di avere ben poco. Saranno pure classi stantie della politica ma anche quest’ultima ha le sue regole e le fusioni a freddo, alla lunga, si sono dimostrate fallimentari. Il PDL qualcuno se lo ricorda, finito con il “che fai? Mi cacci” di Gianfranco Fini”?
<span;>Indifferente al progetto è Giorgia Meloni, che non ha nessuna intenzione di aderire e vuole salvaguardare la linea politica che la vede vincente. Salvusconi, in effetti suona male.