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martedì, 16 Luglio, 2024

Le sirene di Omero

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L’immagine della sirena si è stratificata nel tempo assommando miti diversi e racconti moderni, rendendola completamente diversa dalle sue origini greche ed oggi, se proviamo ad immaginarla, ciò che viene in mente è l’immagine di splendide donne-pesce che attirano i naviganti che si trovano nei paraggi con un canto seducente: insomma un personaggio a forte carica erotica completamente diverso dal mito greco.

L’opera più antica che cita le sirene è l’Odissea, opera che potrebbe essere una trascrizione di racconti orali e risalire quindi ad un periodo ancor più antico. Dal punto di vista antropologico è una molto probabile testimonianza del passaggio da un sistema agricolo-matriarcale ad uno mercantile-patriarcale con il viaggio di Ulisse antico ricordo di migrazione delle popolazioni indoeuropee che si vanno ad innestare in una cultura mediterranea agricola e matriarcale.

Ricordiamo brevemente l’episodio: Ulisse è messo in guardia da Circe del pericoloso canto delle sirene e si premura di tappare le orecchie dei suoi compagni con della cera, mentre lui assetato di conoscenza qual è, deciso ad ascoltare, si fa legare strettamente all’albero della nave senza tappi. La seduzione del canto delle sirene è basata sulla promessa di rilevare la conoscenza, e non su un richiamo sessuale e si capisce il fascino straordinario esercitato sul curioso Ulisse, che pur di ascoltare si espone al pericolo.

Le sirene non sono descritte nelle loro fattezze, e ciò porta ad ipotizzare che la loro immagine era patrimonio comune di chi leggeva l’Odissea. Per farci un’idea delle loro fattezze possiamo esaminare le rappresentazioni pittoriche su ceramiche e vedremo qualcosa di completamente diverso della donna pesce: un essere metà donna e metà uccello. La forma è molto simile a quelle delle arpie e ben lontano dall’immagine comune. Dopotutto, se la caratteristica delle sirene è il canto è naturale aspettarsi una creatura cha abbia caratteristiche d’uccello e non di pesce.

Il canto delle sirene non può che rimandare al linguaggio degli uccelli ovvero alla lingua degli angeli. Esempio di ciò sono le civette legate al culto di Atena o i corvi che raccontano cosa succede nel mondo a Odino orbo di un occhio. Il canto delle sirene causa il naufragio dei marinai la cui barca rappresenta il vascello che attraversa le acque. La morte è simbolica: muore chi non è preparato, chi si azzarda ad un livello superiore che non ha raggiunto. Le acque sono anche l’abisso e la morte. Le sirene rappresentano una prova da superare e chi non la supera finisce nell’abisso e muore definitivamente.

Ma come si è giunti alla trasformazione della sirena-uccello in sirena-pesce? L’unico mito greco che si avvicini all’idea della donna-pesce è quello di Tritone figlio di Poseidone che aveva la parte inferiore del corpo a forma di pesce, in particolare veniva rappresentato con due code e descritto con un forte appetito sessuale. Le prime raffigurazioni di donne pesce risalgono al medioevo e molti studiosi hanno ipotizzato una fusione dei miti greci con leggende di origine nordica portate dai popoli che invasero l’impero romano: le sirene greche si andranno a confondere con le nereidi di origine germanica e la sirena diventerà una più modesta tentazione della carne adattandosi al rinnovato clima cristiano. Una di queste leggende è quella di Melusina che sposa un principe a patto di poter rimanere da sola un giorno a settimana. In quell’occasione riprende la sua forma di donna pesce e quando il marito spinto dalla curiosità e dai pettegolezzi del fratello la scopre non può che fuggire via, lasciando l’uomo nella disperazione. Nel XI secolo troviamo rappresentazioni di sirene-pesce nei mosaici di Ravenna e di Otranto, e possiamo dire concluso il processo di trasformazione della sirena. Altra caratteristica della moderna sirena è il canto seducente frutto dell’acculturazione cristiana che le trasforma in simboli della lussuria che fa perdere l’intelletto all’uomo.

Il passaggio dal cielo al mare non è così casuale. Dietro la scelta di un animale piuttosto che un altro c’è una precisa scelta simbolica; gli uccelli partecipano della natura del cielo e in qualche modo della natura divina e ciò coerente con le sirene dispensatrici di conoscenza. Il mare rappresenta il pericolo e le sue creature possono avere la natura di esseri dispensatori di disgrazia o di salvezza, ma oltre a ciò rimanda all’abisso primordiale e i suoi abitanti conservano un che di primitivo e selvaggio. Tritone è descritto con un forte appetito sessuale e così la sirena medievale, simbolo di lussuria diventa una creatura marina.

di Vito Foschi

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