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martedì, 16 Luglio, 2024

La parola di Dio – Le lettere ebraiche ed il loro simbolismo (XVII)

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Nome: Pe

Valore Ghematrico:80

Significato: Bocca

La lettera Pe è, forse, tra tutte le lettere dell’alfabeto ebraico quella che porta con sé il maggior simbolismo messianico. Se infatti da un lato si è teso, storicamente, a leggere la forma di questa lettera come se fosse una bocca con un singolo dente che pende sul lato sinistro, dall’altro Gabriele Levy, parlando proprio della lettera Pe e citando un midrash, riporta l’interpretazione grafica della lettera Pe fondata sull’idea che questa rappresenti una gabbia con al suo interno un singolo uccellino, quest’ultimo rappresentato dal piccolo segno grafico che pende dal lato sinistro.

L’uccellino in gabbia altro non sarebbe che una metafora del Messia, pronto, secondo le interpretazioni rabbiniche, a fare il suo arrivo del mondo, ma intrappolato in cielo dalle sue catene d’oro. Finché l’uomo non aprirà la gabbia in cui è rinchiuso, dunque, il Messia non potrà scendere sulla Terra.

Interessante notare come in questo caso sia l’uomo, o meglio l’umanità tutta, a svolgere un ruolo chiave nella preparazione del mondo alla discesa messianica: il Messia, de facto, è già pronto, ha già in sé tutte le ragioni della sua manifestazione; d’altro canto, è il mondo a doversi preparare per il suo arrivo. A tal proposito sono due le interpretazioni: alcuni dicono che il Messia arriverà quando tutti gli ebrei rispetteranno correttamente un solo Sabato, altri riferiscono invece che egli arriverà quando nessuno lo aspetterà più. Simili sono le interpretazioni anche nel mondo cristiano in merito alla seconda venuta del Messia ove si dice che Cristo ritornerà quando troverà un solo giusto sulla terra e lo si invocherà: «Signore nostro vieni!».

Ecco che, forse, compiendo uno sforzo esegetico siamo incappati anche nel primo, e principale, significato della lettera Pe, quello di «bocca». La bocca è infatti non solo il mezzo con cui l’uomo si nutre, ma è anche e sopratutto quell’elemento della nostra fisionomia che ci permette di praticare il linguaggio. La bocca, insieme alla mano, è infatti considerata l’elemento portante per lo sviluppo della nostra facoltà linguistica.

E che cosa c’entra questo con la lettera Pe?

Riprendendo l’ottica messianica sopra proposta, dobbiamo guardare alla bocca come al mezzo con cui trasmettiamo conoscenza e saggezza, ma anche con cui possiamo invocare il Signore affinché egli compia la sua discesa. La bocca, e per esteso il linguaggio, non è solo dunque un mezzo per acquisire conoscenza, ma anche lo strumento atto alla preghiera, all’orazione, all’invocazione.

La bocca è il mezzo con cui i pensieri dell’uomo vengono all’esistenza, è ciò che permette all’intangibile di divenire, seppur momentaneamente, tangibile; è, in breve, anche lo strumento della  manifestazione messianica di Dio per le tradizioni monoteiste. Se l’uomo non gridasse quel «Maranà tà» che in aramaico significa proprio «vieni Signore nostro», egli certamente non potrebbe liberarsi dalla gabbia che lo tiene relegato in cielo.

Il mistero della lettera Pe è dunque un mistero di linguaggio, di parola e, paradossalmente, di assenza.

di Stefano Sannino

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