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mercoledì, 17 Luglio, 2024

Kit per il suicidio, 63enne deceduta. Caccia agli acquirenti italiani e stranieri

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Quello che viene definito ormai con il termine di “kit per il suicidio” (non legalizzato in Italia), è riuscito comunque ad accedere nel nostro Paese attraverso un acquisto online.

Lo scorso 4 Aprile, una sessantatreenne dell’Aquila ha messo così fine alla propria vita all’interno del suo appartamento di Ronchi. 

La donna ha ingerito il nitrito di sodio, apparentemente innocuo, economico e facile da reperire, oltretutto insapore, utilizzato spesso all’interno delle industrie alimentari come colorante. 

Il problema sopraggiunge quando si decide di utilizzarlo come veleno, basta infatti sciogliere pochi grammi di questa sostanza all’interno dell’acqua per morire. 

La vittima ha acquistato questo veleno per aspiranti suicidi direttamente dal Canada, sotto forma di kit, da uno chef di Toronto. L’uomo è riuscito a vendere il kit del suicidio a 9 persone italiane e ad oltre 100 cittadini esteri, una buona parte di cui residente in Gran Bretagna. 

L’arma militare sta cercando di rintracciare gli acquirenti onde evitare ulteriori vittime  

Accanto al corpo della donna trovata morta all’interno del suo appartamento, i famigliari hanno ritrovato un biglietto indirizzato a loro, con la scritta: “mi dispiace, sono troppo malata, troppo dolore, non avevo altra scelta, addio”, insieme ad una spiegazione di quello che ha dovuto fare per togliersi la vita e smettere di soffrire. 

In molti chiedono, quindi, che l’Italia acconsenta all’eutanasia, lasciando così la libertà di poter scegliere e autodeterminarsi fino alla fine nel rispetto del dolore e della sofferenza della persona stessa, accompagnando istituzionalmente e psicologicamente i familiari dell’interessato in questo percorso con una maggiore serenità possibile. 

Eppure ad oggi, nonostante l’esito positivo al referendum in merito all’eutanasia, l’Italia sembra essersi fermata davanti qualunque iniziativa istituzionale a sostegno dell’eutanasia legale. 

Da questo accaduto, sono in molti a richiedere l’intervento politico su una rivalutazione della tematica stessa, al fine di evitare, non solo acquisti illegali e pericolosi ma anche per rendere serena la morte di chi combatte giornalmente con la propria sofferenza. 

di Daniela Buonocore 

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