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venerdì, 19 Aprile, 2024

INTERVISTA ALL’IMPRENDITORE PAOLO PEROLI (THE CLUB): “PERSO IL 100% DEL FATTURATO, SPERIAMO NON CHIUDANO DI NUOVO. DA NOI, NIENTE RISSE”

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di Manuel Gallo

Il 7 luglio scorso abbiamo incontrato Paolo Peroli: uno dei vari soci del The Club, uno tra i locali più conosciuti e frequentati di Milano, che ci ha permesso di capire più da vicino alcune dinamiche e fenomeni dopo la riapertura, influenzate da fattori esterni al mondo della movida milanese.
Nell’ultimo periodo post secondo lockdown, nella città di Milano, in maniera particolare di sera, stanno accadendo fenomeni di violenza tra i giovani sempre più di frequente, così abbiamo chiesto a uno degli imprenditori principali della movida milanese, in modo da poter approfondire meglio le motivazioni delle vicende. Leggete nell’intervista dettagliata.

Come avete affrontato la riapertura post lockdown?
«Grazie alla possibilità data dal comune di Milano di usufruire di una piccola area esterna alla discoteca invernale, stiamo cercando di sopravvivere con gli incassi di un piccolo bar, che comunque non riescono a coprire tutte le spese totali.»

Quanto avete perso economicamente durante il lockdown?
«100% del fatturato, non potendo operare in nessuna maniera e in nessuna forma. I bonus che abbiamo ricevuto erano pari al 3% del fatturato, rimanendo costretti a mantenerci con i nostri soldi, sentendoci abbandonati e dimenticati dallo stato.»

Cosa prevedete quest’estate? E vi aspetta a settembre, quando ipoteticamente tornerà la normalità?
«Si spera che a settembre si torni a ballare al chiuso, altrimenti la campagna vaccinale e le forme restrittive del governo sono state fallimentari, oltre che contradditorie, perché ora vengono organizzati festival pubblici, dove si può ballare senza mascherina. Speriamo di non ritornare come la scorsa estate, dove siamo stati colpevolizzati dell’aumento dei contagi, ma ora siamo pronti a ribellarci legalmente.»

Dopo la riapertura, avete notato cambiamenti sulla movida milanese in generale? Quali?
«Clientela attenta agli spazi dei singoli, ma con tanta voglia di socializzare e stare insieme, anche se questo periodo ha creato maggiore distanza tra le persone. La riapertura di un locale norma la strada, tirando via criminalità, tra cui spacciatori e pusher.»

Cosa ne pensate delle risse successe in centro a Milano? La città sta diventando pericolosa per i giovani e le famiglie?
«Io quando mi guardo attorno vedo giovani ventenni educati, che hanno rispetto per gli altri. Queste forme di violenza sono date da persone che considero poco di buono, fomentate dalle forme restrittive poco valide date dal governo. Non è una questione di movida, ma di restrizioni. Le persone che decidono di avere una condotta violenta non fanno parte della movida. Noi siamo divertimento consapevole.»

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