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venerdì, 19 Luglio, 2024

In arrivo il libro bomba di André Leon Talley, l’alterego di Anna Wintour

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di Martina Grandori

Potente, imponente, stravagante, tenace e controverso. Il primo afro americano ad arrivare nell’Olimpo della moda, il primo afro americano a comandare nella redazione di moda più influente al mondo apre il valvolino, racconta la sua storia, la sua verità.

André Leon Talley, storico art director e fashion news director di Vogue America, la Bibbia della moda, uscirà a settembre, il mese clou per il fashion system, con la sua autobiografia, The chiffon trenches: a Memoir, dove racconta i suoi tanti anni di carriera nelle redazioni più cool al mondo fra New York e Parigi, ma soprattutto racconta della sua lunga, sofferta e ormai finita amicizia con Anna Witour (nel 2018, quando la direttrice di Vogue America preferì mandare al Met Gala una bellissima Youtuber e affidarle il reportage).

Un sodalizio che è durato parecchi anni, rottosi nel più scontato e perfido dei modi, ovvero nell’indifferenza e nel silenzio della Wintour, descritta da Talley come una assetata di amicizie esclusivamente con ricchi e potenti, il resto non conta.

Il libro è un susseguirsi di memorie, nato dopo il documentario presentato nel 2016 al Toronto Film Festival The Gospel According to André. Una vita che incarna alla perfezione l’idea di sogno americano, lui ragazzo ciccione, di colore che cresce con la nonna in North Carolina, si tappezza la sua camera di articoli di moda e sogna il grande cambiamento, il riscatto. Che arriva. Arriva con Diana Wreeland, eminenza della moda che dopo una breve collaborazione con lei come apprendista per una mostra di moda al Metropolitan di New York, lo raccomanda niente di meno che ad Andy Wharhol: è il 1974 e il talento e l’ambizione di Talley sono lampanti, da receptionist, grazie ad una fortunata intervista a Karl Lagerfeld – che diventerà suo grande amico – si assicura un posto in redazione ma stavolta a WWD, carriera lampante e in poco tempo vola a Parigi come corrispondente, dove tesse relazioni con stilisti, fotografi e gotta della moda.

Raffina il suo gusto, il suo fiuto per i talenti è evidente, impara a muoversi fra set fotografici, sfilate e feste da sogno. Diventa amico di Yves Saint Laurent, Pierre Bergé, Paloma Picasso, Diane von Fürstenberg, si fa accarezzare da questa vita dorata, piena di stimoli e piena di energie. Il suo sogno americano diventa realtà: glamour, soldi e amicizie influenti sono la sua quotidianità.

Nel 1983 varca la porta di Vogue America, allora diretto da Grace Mirabella, Anna Wintour era già lì in qualità di direttore creativo, posto che lascerà a Talley quando prenderà la direzione del mensile nel 1988, nel 1989 Talley si guadagna la massima fiducia di Anna Wintour con una copertina memorabile con Madonna. È l’inizio del sodalizio.

Nel 1995 il sempre più grasso, straripante e potente giornalista si trasferisce a Parigi, città che gli insegnò anni prima il mestiere. Ed è proprio quel peso da obeso che- secondo l’autore – lo allontanerà nel tempo dalla Wintour, lei non lo tollera, anzi lo invita a farsi ricoverare alla Duke diet and fitness center in North Carolina, ma senza risultati. Un esempio di come ogni cosa abbia il suo peso, nella moda il peso è solo e rigorosamente intellettuale, mai fisico. André Leon Talley ne è la prova vivente.

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