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giovedì, 18 Luglio, 2024

I VIROLOGI NON VANNO IN VACANZA. Assenza della politica e bisogno di sensazionalismo li rendano ancora i Re della TV

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di Gabriele Rizza

Parafrasando il romanzo di successo di Chuck Palhaniuk, Fight Club, possiamo dire che l’unica certezza della pandemia in corso è che non ci sono certezze. Non solo per evidenza scientifica, ma anche per l’intervento della scienza al di fuori della scienza. I virologi ce l’hanno messa tutta in un anno e mezzo a complicare la vita e i pensieri degli italiani, complici quasi tutti i programmi televisivi desiderosi di fare audience, e l’audience al giorno d’oggi si fa con il sensazionalismo e il bombardamento di notizie frammentate, proprio ciò che non ci vuole nel periodo storico che ci siamo trovati a vivere. Anzi. Non ci vorrebbe mai, ma sarebbe chiedere troppo.

Virologi che dicono, raccomandano, ammoniscono, virologi che litigano tra loro, virologi che si smentiscono e che vengono smentiti, è un po’ la sintesi dello stallo e del decadimento culturale del nostro Paese. I Crisanti, Bassetti, Locatelli e così via, saranno bravissimi nell’esercitare la loro professione, ma quando questa assume un ruolo di responsabilità pubblica anche solo mediatica e sociale, vengono fuori tutti i limiti e le trappole in cui qualsiasi personaggio di potere in Italia cade: protagonismo, spocchia, il sensazionalismo del presente, il successo al posto dell’efficacia. Ne abbiamo sentite di tutti i colori. Quando a maggio iniziavano ad esser allentate le restrizioni per via dei miglioramenti epidemiologici, Crisanti ammoniva che a fine maggio ci sarebbe stata una risalita della curva, che ovviamente non c’è stata. Lo stesso Crisanti proponeva di far entrare nei luoghi e locali pubblici solo coloro che avevano ricevuto il vaccino, ipotesi scartata dall’illogicità quotidiana della proposta.

L’estate avanza e la variante delta ci insegue come un fantasma, forse però sarebbe il caso di affrontarla senza virologi in TV, lasciando la comunicazione a chi compete e a chi fino a poco tempo fa conveniva tacere per paura della responsabilità: la politica. In fondo, se i virologi hanno avuto così spazio, è perché la nostra classe dirigente si è defilata.

 

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