di Abbatino
Oggi entra in vigore il green pass, l’oggetto del desiderio del governo Draghi e sostenuto dalla maggioranza arcobaleno. Unica all’opposizione è Fratelli d’Italia che ha manifestato molte perplessità e una certa dose di coraggio.
Ma il green pass è legge e i gestori dei locali diventano un po’ come dei pubblici ufficiali. Tra mugugni imbarazzanti e proteste vibranti, il fronte del governo arcobaleno passa un agosto difficile, diviso tra le questioni giustizia e Monte dei paschi da un lato e la “transizione pandemica” dall’altro; ebbene, la politica vive anche di COVID, anzi, il governo vive di pandemia. Sembra un contro senso ma è così. Draghi non è stato eletto da nessuno ma si trova lì, la Lega non ha ricevuto un mandato dagli elettori per stare insieme al PD e Cinque Stelle, eppure stanno insieme in un governo che si giustifica con la pandemia e non con il reale amore dei sensi. Il green pass al governo Draghi è transizione pandemica, cioè il perdurare di questa situazione che adesso vede il green pass protagonista, ieri le riaperture e le chiusure dei locali. A dispetto dei sondaggi, lo scorso anno i contagi erano inferiori, quando il pass non serviva e Draghi non c’era. Miracoli di Conte? No, una situazione diversa e una maggioranza diversa, pandemia permettendo.
La storia repubblicana è costellata di situazioni paradossali, questa però le batte tutti. Non è unità nazionale, è green pass a governare. Piaccia o non piaccia, la transizione ecologica passa anche dalla transizione pandemica e dai suoi derivati di transizione politica; la speranza è riposta in armi spesso spuntate o improvvisate, poiché con oltre cinquemila contagi al giorno si naviga a vista, ma sempre con il green pass in mano.