10.6 C
Milano
martedì, 19 Marzo, 2024

Bambini uccisi dai disturbi psichici. Realtà diverse legate dalla medesima problematica

- Advertisement -spot_imgspot_img
Annunci sponsorizzatispot_imgspot_img

Malattia silenziosa e fulminea la depressione, che si insidia nella mente, nel corpo e nell’anima di chi si ammala, provocando in essa un senso di vuoto, tristezza ed irritabilità.

La depressione non è facilmente individuabile, soprattutto nei casi in cui le apparenze ingannano, ma con il tempo, questa malattia può condurre il soggetto interessato fino al suicidio/omicidio. Solo nella giornata di ieri si sono registrati almeno tre casi importanti di giovani donne, madri e zie, che a causa di un forte stato depressivo nel quale vivevano hanno ucciso i propri figli o nipoti.

Seppur per motivi diversi, resta l’amarezza di chi vive intorno a queste persone per non aver saputo individuare il malessere prima della tragedia, come nel caso di Ramin Aliev, che per esser stato mobilitato da Vladimir Putin, per combattere la guerra contro l’Ucraina, ha assistito insieme al figlio maggiore di soli 6 anni, ad una scena che ha dell’incredibile. La moglie infatti, in preda ad un raptus di follia scattata in seguita alla chiamata alle armi per il marito, ha pugnalato prima al cuore la figlia più piccola e poi ha iniziato ad accoltellarsi da sola all’addome provocandosi ferite importanti ma non mortali.

Diverso invece il caso di Nattiwan Raakunjet, (anche lei depressa), condannata a morte perché, nel tentativo di sollecitare donazioni sui social media, intenerendo il cuore delle persone che decidevano di aiutarla a sostenere il costo delle cure mediche per i figli, è stata poi scoperta dalla polizia postale, che ha scoperto che, in realtà, provocava lei stessa l’avvelenamento dei suoi stessi figli, somministrando lor, giornalmente, piccole dosi di candeggina nascoste negli alimenti.

Dinamica non molto diversa quella portata avanti da Isidora Alves De Faria, una giovane mamma 30enne che ha ucciso le sue bambine di 6 e 10 anni proprio a seguito di una forte depressione. La donna ha dapprima avvelenato, poi annegato, e infine pugnalato le figlie, in seguito ha avvisato la polizia a cui ha confessato tutto e si è data alla fuga. Quando è stata ritrovata aveva i polsi tagliati, pertanto è stata messa in salvo e poi è stata arrestata.

Non meno sconcertante è il caso Moreno: una zia 34enne residente a Chicago, che dopo aver prelevato il nipote di 3 anni contro il consenso dei genitori, lo ha condotto vicino al molo per gettarlo poi nel lago, solo perché il bambino faceva troppi capricci.

Attualmente, secondo dati ISTAT, solo in Italia le persone affette dal disturbo mentale più diffuso e quindi dalla cosiddetta depressione, superano i 2,8 milioni, con un’età che va dai 15 anni in su, mentre negli under 14 la depressione viene spesso associata con ansia cronica grave. I dati però piu preoccupanti restano quelli che riguardano le donne, che sono sempre più soggette ad una vita troppo frenetica e piena di impegni, sensi di colpa e responsabilità verso il lavoro, la famiglia e verso loro stesse, finiscono poi per cadere in stati depressivi. Ecco perché lo Stato ha inserito la depressione tra quelle che sono vere e proprie malattie, dando a chi ne soffre la possibilità di ottenere permessi, assenze per malattia, assegni di accompagnamento, invalidità e benefici economici e lavorativi per chi ne soffre; si tratta infatti di una patologia che non deve essere sottovalutata e il soggetto che ne soffre va sostenuto ed aiutato.

di Daniela Buonocore

- Advertisement -spot_imgspot_img

Ultime notizie

- Advertisement -spot_img

Notizie correlate

- Advertisement -spot_img