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giovedì, 28 Marzo, 2024

ATTIVITÀ RIAPERTE, PORTAFOGLI CHIUSI

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di Mario Alberto Marchi

Riuscirà il nostro eroe a convincere gli Italiani a mettere mano al portafogli e tornare a spendere?
Il nostro eroe à naturalmente il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, dal quale- vista la sua lunga frequentazione delle stanze della finanza europea – ci si aspetta che prima o poi tiri fuori di tasca la chiave giusta per aprire la porta dell’economia e darle un po’ di aria.
Per riuscirvi- però – oltre di un numero infinito di fattori produttivi, normativi, finanziari, avrebbe bisogno di una attività collettiva, senza la quale nessun motore economico si avvia: consumare.
Hai voglia riaprire le attività, dare incentivi, assicurare crediti d’imposta, quando poi nessuno compra il prodotto finale. Il problema è proprio questo e a dircelo è l’Istat nel suo ultimo rapporto, fornendoci numeri che parlano di un Paese impaurito, più che prudente.
Mentre ci si riempie la bocca di svolte sostenibili, di galoppo degli acquisti on line, ci si illude che i monopattini elettrici siano un inno alla ritrovata spensieratezza, la realtà è che a spendere non ci si pensa nemmeno.
I consumi finali hanno subito una caduta di dimensioni spaventose, totalizzando un meno 10,9%, e la propensione al risparmio è quasi raddoppiata, passando dall’8,1 al 15,8%.
Vuol dire che quando ci sono due soldi in tasca, vengono messi da parte, con la quasi certezza che verranno tempi magari ancora peggiori di quelli correnti. E un altro dato, ci parla anche di una popolazione che non si fa prendere da facili entusiasmi e sa bene distinguere i soldi frutto di un sistema che funziona, da quelli che vengono più o meno a pioggia dalle casse pubbliche.
Infatti, se Il reddito primario delle famiglie è sceso di 92,8 miliardi di euro (meno 7,3%, gli interventi pubblici per 61 miliardi hanno compensato ben due terzi della caduta. Eppure la contrazione della spesa è proporzionalmente molto più elevata. La crescita congiunturale delle vendite è minima, i numeri di un comparto chiave come quello alimentare sono negativi. Il – ha osservato il Codacons – 2021 doveva essere l’anno della ripartenza della spesa delle famiglie, ma tutte le indagini economiche dimostrano come i consumi degli italiani siano ancora fermi. E non è certo un caso se le vendite al dettaglio registrano valori ancora al di sotto dei livelli pre-Covid”.
Di questo passo si rischia un corto circuito, con la produzione e la vendita pronte alla ripresa, magari dopo avere fatto anche degli investimenti, ma l’utenza talmente restia alla spesa da bloccare tutto e creare così una nuova crisi dentro la crisi. E di questo passo c’è da aspettarsi che nemmeno la cura ricostituente da 200 miliardi potrebbe suscitare subito uno slancio, andando – invece – a consolidare ancora i risparmi.

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