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giovedì, 18 Luglio, 2024

ARMANI GRANDE MECENATE: DIVENTA SOCIO FONDATORE DEL TEATRO ALLA SCALA. RIAPERTURA L’11 MAGGIO

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di Stefano Sannino

 

Lo sposalizio tra la grande moda e cultura d’eccellenza italiana non è certo una cosa nuova per il nostro Paese, ma l’annuncio dell’ingresso di Giorgio Armani come socio fondatore della Fondazione de La Scala di Milano è riuscito comunque a creare scalpore. L’impegno dello stilista verso la cultura, già espresso nel 1997  con il sostegno di Armani proprio all’apertura della Fondazione, si è quindi rinnovato in un anno estremamente duro per la cultura italiana e in generale di tutto il mondo. 

Il piano prevede un versamento di 600mila euro in cinque anni a sostegno del teatro e di tutte le sue iniziative culturali, cosicché si possa ripartire con il piede giusto dopo oltre un anno di chiusure. Il teatro riaprirà infatti l’11 maggio 2021, data che rimanda alla riapertura del teatro nel 1946, simbolo di rinascita della città. Pochi giorni dopo, precisamente il 17 dello stesso mese, la cooptazione dell’Assemblea dei soci sarà invece completata e dunque Armani entrerà ufficialmente a far parte del Teatro alla Scala.

Re Giorgio non è però l’unico esponente di questo sposalizio straordinario tra moda e cultura e, nel corso degli anni, numerosi sono stati gli stilisti che hanno messo al servizio del teatro scaligero  e della musica la propria arte. Ricordiamo, per esempio Dolce & Gabbana che nel 2020 ha vestito in maniera sublime i protagonisti de La Traviata sempre, o Valentino Garavani che ha vestito il mezzosoprano Elīna Garanča. Il connubio tra moda e arte, in sintesi, non solo permette a due eccellenze icona del savoir faire italiano di unirsi imprescindibilmente, ma permette anche all’arte in senso più amplio di trovare una dimensione tutta nuova, a cavallo tra estetica e musica, unendo due forme di estro e intelletto umano decisamente diverse.

Ma l’esempio di tutti questi grandi nomi della moda nostrana, tra cui oggi spicca appunto quello di Giorgio Armani, ci dimostra come l’arte possa sempre ricercare nuovi punti di vista e nuove dimensioni e come fondazioni e aziende che lavorano per l’arte e che credono nello spirito artistico dell’uomo possano unirsi per formare qualcosa di inaspettato e, inevitabilmente, sorprendente. 

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