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sabato, 27 Aprile, 2024

Adrian: il costumista che inventò le dive di Hollywood

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di Martina Grandori

È senza dubbio il re dei costumisti della stagione d’oro di Hollywood, il suo stile ha fatto la storia della moda del cinema, lui è Adrian, all’anagrafe Adrian Adolph Greenberg, americano, nato nel 1903 in Connecticut , diventato un mito a cui la moda tutt’ora si ispira. Il suo résumé professionale è da capogiro, nonostante l’Academy non gli abbia mai conferito un Oscar per i suoi costumi. Ma non importa, è stato geniale ugualmente. Non esisterebbero film intramontabili senza scenografie altrettanto uniche, e l’Età dell’Oro di Hollywood deve molto del suo successo ad Adrian, sono 250 le pellicole a cui lavorò per i costumi. Rizzoli New York gli dedica ora un libro, Adrian: A Lifetime of Movie Glamour, Art and High Fashion che racconta la sua storia con tanto materiale inedito.

Il suo talento lo dimostrò subito nel 1939 quando mise ai piedi di Judy Garland delle décolleté di paillette rosso amaranto, anziché quelle più pacate descritte in Il mago di Oz di L. Frank Baum. Ma facciamo un passo indietro nella vita di questo interessantissimo ragazzo.

Parigi, 1922, Adrian conosce Irving Berlin, celebre musicista e produttore newyorkese, i suoi bozzetti lo colpiscono, in poco tempo si crea un nome e vola a New York, approda a Broadway: i suoi costumi per gli spettacoli spopolano.

Inizia a lavorare a stretto contatto con Natacha Rambova, costumista e moglie del famigerato Rodolfo Valentino. La sua fama è in grande ascesa. Inizia a lavorare alla MGM nel 1928 come responsabile del reparto costumi. Nonostante si fosse in piena recessione il suo estro portava denaro e visibilità alla casa cinematografica. In breve trasforma la divina Greta Garbo in un’icona di stile (da Anna Karenina al famosissimo pillow hat ripreso da Halston per Jackie Kennedy), cuce per lei abiti che la valorizzano e le danno allure.

Joan Crawford gli deve moltissima della sua immagine: l’abito bianco indossato in Letty Lynton, con spalle ricchissime di ruches, studiato per armonizzare un corpo non proprio perfetto, catturò l’attenzione e il gusto delle donne americane, in poco tempo le vetrine dei department store ne avevano uno esposto. Fu un boom.

Il 1938 fu l’anno del film Marie Antoniette, i costi di produzione furono stellari, i costumi di Norma Shearer furono l’apoteosi: Adrian per realizzarli andò a Parigi ad ispirarsi , ne fece 250 modelli e alla colossale operazione lavorarono 50 sarte, la celebre direttrice di Vogue America, Diana Vreeland, nel vederli disse che Hollywood in fatto costumi da sogno, capaci di generare un sogno, non era seconda a nessuno. 

Arrivarono come in ogni favola, anche i dissapori con la MGM, nel 1941 Adrian lasciò i set di Hollywood e diventò stilista delle dive, il suo atelier a Beverly Hills era l’alcova dell’eleganza, lo frequentavano tutte le ricche americane alla ricerca di abiti speciali, stava nascendo un puro stile americano, l’eleganza europea aveva un antagonista.

I look di Adrian erano freschi, anticonformisti, capaci di trasmettere personalità, realizzati con tessuti di massima qualità e un taglio pazzesco, che stava bene alle donne e le rendeva ancora più belle.A lui la moda deve moltissimo. A lui le prime attrici di Hollywood devono l’aggettivo diva.

A lui noi donne dovremmo ispirarci più spesso per ritrovare un po’ più di eleganza e savoir faire.

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