di Abbattino
Suscitò grande scandalo la scarcerazione dei boss, soprattutto perché non se ne vedeva davvero la necessità, considerato che le carceri con le celle di isolamento parevano essere i luoghi più sicuri d’Italia.
Invece, tra una rivolta dei detenuti e l’altra, la giustizia si trasformò in ingiustizia: italiani reclusi ai domiciliari, boss mafiosi fuori dalle carceri e a casa in famiglia.
Possibile? Eccome, le norme dei DPCM parlavano chiaro; sarebbe andata così, poiché i tribunali di sorveglianza applicano le norme e non le dovrebbero interpretare. Pertanto, Bonafede, la cui buonafede venne messa in discussione, rimase per almeno un mese sulla graticola. Adesso, dopo molti mesi e tanti decreti, rispunta la truffa delle scarcerazioni facili dei boss, visto che molti di loro sono attualmente sempre fuori dal carcere.
Ora l’onesto cittadino cosa dovrebbe dire? Dire che è scandaloso che 112 mafiosi scarcerati durante il lockdown non siano mai tornati dietro le sbarre e si trovino ancora ai domiciliari, è troppo poco? E lo scarceratore di boss Bonafede che, scoperto l’inghippo, voleva rimediare riportandoli in galera, avrà fatto qualcosa? A quanto pare no.
Il famigerato articolo 123 del decreto “Cura Italia” è sempre al suo posto, il DAP continua ad applicarlo; e i tribunali di sorveglianza? Eseguono. I Boss esultano. Allora è chiaro che non tutti hanno avuto effetti negativi dal Covid. Qualcuno ci ha guadagnato l’ingiusta libertà.