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lunedì, 6 Maggio, 2024

L'OCCIDENTE SOFFRE DELLA SINDROME DI STOCCOLMA? L''occidente saprà affrontare l fenomeno? (Parte II)

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La scorsa volta abbiamo cercato di esporre, per sommi capi, quanto accaduto nella seconda metà del ‘900 e che secondo noi può aiutare a spiegare la situazione attuale.

La nostra tesi è che a cavallo tra gli anni ’80 e ’90  la situazione mutò,  vuoi perché nel mondo si era avvertita, inaspettata e sorprendente, l’esigenza di una maggiore spiritualità, vuoi per l’influenza che può aver avuto l’Iran e che conseguentemente, per un malinteso – secondo noi – approccio alla Fede, ha portato alla manifestazione del fenomeno del così detto “Integralismo Islamico”.

Il che ci conduce, se si prova a scorrere il Corano,  a pensare che lì vi possa essere di tutto ed il suo contrario, dal momento che si troviamo parole di pace, ma anche espressioni poco rassicuranti, come: “Uccideteli ovunque li incontriate e scacciateli da dove vi hanno scacciati: la persecuzione è peggiore dell’omicidio. Ma non attaccateli vicino alla Santa Moschea, fino a che essi non vi abbiano aggredito. Se vi assalgono, uccideteli. Questa è la ricompensa dei miscredenti” (Sura 2:191) oppure  “O Profeta, incita i credenti alla lotta. Venti di voi, pazienti, ne domineranno duecento e cento di voi avranno il sopravvento su mille miscredenti. Ché in verità è gente che nulla comprende.” (Sura 8:65) . Diciamo che sono poco rassicuranti perché per i Mussulmani, il Corano è la parola di Dio in terra e per questa ragione non può essere interpretato.

Purtroppo, sempre più movimenti e Stati poi si ispirano ad esso e ci pare che vi sia tuttora in corso una espansione integralista. Assistiamo agli sconvolgimenti ed alle notizie di epurazione religiosa dove si sta verificando l’insediamento di un Califfato a cavallo tra Siria ed Iraq (il sogno di Bin Laden), che sono stati teatri nei quali l’Occidente si è mosso nella peggiore delle maniere possibili. Se vogliamo, le persecuzioni nei confronti di Cristiani che lì hanno luogo sono contemporaneamente la logica conseguenza (per alcuni) di quanto scritto nel Corano, un attacco alla nostra  cultura e forse pure una vendetta.

Non molto dissimile è la situazione a Gaza, dove l’attacco è nei confronti di Israele, visto come nazione di Infedeli ed espressione dei valori Occidentali. Oltretutto, facendo leva su alcuni di quelli, Hamas vigliaccamente  si fa scudo della popolazione che viene usata come strumento per far apparire questa come vittima di Israele, anziché propria, ricorrendo ad ogni mezzo, persino mettendo armi negli ospedali e sparando da essi, giungendo a simulare, se il video girato in questi giorni su internet corrisponde a verità, false vittime sorprese a muoversi sotto lenzuoli bianchi.

Parimenti anche il Nord Africa è in tensione e noi rischiamo di veder a breve insediato un Califfato a poche miglia dalle nostre coste (Libia). Questo anche per colpa nostra, che siamo andati a destabilizzare situazioni che erano in equilibrio, sia pure precario. Ci pare che sia in atto un progressivo accerchiamento dell’Occidente da parte dell’Islam, frutto anche della pavidità che questo ha dimostrato. Sembra quasi che questi soffra di una “Sindrome di Stoccolma” collettiva. Assistiamo, infatti, ad una sorta di innamoramento verso i propri carnefici. Così, nonostante i diversi segnali che  ci giungono, ci dimostriamo imbelli, spesso arrendevoli e comunque ondivaghi nelle nostre azioni verso  quelle situazioni. In questo ha un peso anche la politica estera Statunitense, che sotto Obama ha richiamato quella di Carter per gli effetti, altro Democratico, (un caso?), anche se bisogna ammettere che pure Bush II, con l’Iraq, non ha brillato.

Come osserva un nostro conoscente, questo Occidente si è mosso in maniera pavida sia per “interposito lino”, armando la fazione che al momento sembrava più vicina agli interessi della nostra parte, senza però immaginare le conseguenze successive (Afghanistan e Siria, per esempio), sia intervenendo, ma non con tutta la necessaria energia, quasi come non si volesse veramente danneggiare l’avversario e dunque rimanendone succubi, (ancora Afghanistan, Somalia, Iraq). Una Sindrome, appunto, di Stoccolma.

Così, dopo aver lasciato sul terreno qualche migliaio di morti, principalmente Americani, ci siamo disimpegnati (o stiamo per farlo) da quei teatri di guerra senza avere garanzie sufficienti che la situazione sia stia stabilizzando, solo in nome di una pace (presunta). Il fatto è che, a differenza della Seconda Guerra Mondiale, l’Occidente non è disposto a rischiare  troppo in morti ed in danari. Certo, la guerra è orribile, va evitata per quanto possibile, sicuramente la tecnologia di cui disponiamo ha cambiato, rispetto ad allora, il modo di farla, ma  se si decide di combatterla, va affrontata seriamente senza mezze misure, sino in fondo come fecero i nostri nonni e se i nemici combattono in maniera non convenzionale, se – come osserva il nostro conoscente –  nel senso etimologico ormai perso, sono nemici formidabili (ossia spaventosi, tremendi), allora forse è davvero il caso di adeguarsi, se non si vuole soccombere.

Quindi la soluzione del ricorso solo al bombardamento può tatticamente funzionare al momento, ma senza il controllo del terreno, non paga come – lo abbiamo già visto –  anche il fatto di mandare avanti altri in vece nostra. La  Germania ed il Giappone furono battuti perché Statunitensi e Britannici si impegnarono allo spasimo, facendo tabula rasa dell’Europa,  compresi  i Paesi amici come la Francia, occupando militarmente il Continente, prima, culturalmente e finanziariamente, dopo. Cose che nel recente passato non sono avvenute.

La guerra è spaventosa, terribile, ingiusta, da evitarsi, ma se si decide di combatterla, bisogna essere conseguenti, per far sì che non sia illogicamente inutile e che porti a risultati, pur magari vincendo sul terreno, che ci si ritorcono contro. Ci tornano in mente  gli ultimi libri di Oriana Fallaci (che  sembra sempre più una moderna Cassandra), i quali, nonostante i successi editoriali che raccolse in Italia ed all’estero, per noi inspiegabilmente, anche a livello di privati cittadini, non hanno portato a pensieri ed ad azioni conseguenti.

Ci interroghiamo anche su un altro aspetto: Gaza, Hamas, Hezbollah, i nuovi califfati, da dove prendono i soldi? Si fa la voce grossa con la Russia, imponendole sanzioni (salvo poi ritorcersi contro di noi), ma nessuno sembra voler seguire la pista dei danari che finanziano queste entità. Come mai? Possibile che noi Occidentali siamo così masochisti ed incapaci? Se si ritiene non conveniente o inopportuno combattere una guerra, perché almeno non si prova a combattere sul piano economic0 coloro i quali sostengono questi movimenti che vogliono, di fatto, distruggerci?

Molti da noi ritengono che l’Integralismo Islamico che muove quelle genti sia pur sempre un fenomeno minoritario, nel mondo Islamico. Ammesso e non concesso che ciò sia vero, cosa sulla quale nutriamo qualche dubbio, dobbiamo però renderci conto che se anche solo un 20% dei Musulmani condivide le posizioni integraliste, si sta comunque parlando di 200-300 milioni di individui. La popolazione degli Stati Uniti, per intenderci. Se non si prende atto di queste realtà, se non si avrà il coraggio di vedere ciò che sta accadendo e di agire di conseguenza, siamo destinati, prima o poi, a soccombere e scomparire. Altro che dire che F-35 ed altri armamenti sono inutili! Si spera di non doverli mai usare, ma dovrebbero servire almeno come deterrenti.

Fabio Ronchi

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