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venerdì, 19 Luglio, 2024

GLI INTERROGATIVI SUL TURISMO IN TOSCANA: IL 2020 ANNUS HORRIBILIS?

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di Fabiola Favilli


La Toscana, scrigno di tesori culturali, ambientali, enogastronomici e di lifestyle conosciuto in tutto il mondo, si sta interrogando sul futuro del turismo in questo lungo periodo di pressoché totale lockdown.

Sono proprio le caratteristiche di museo diffuso, di paesaggio agrario custodito e mantenuto intatto per secoli, di ambiente incontaminato e terra di nascita di Dante Alighieri, Leonardo da Vinci, Michelangelo Buonarroti, Francesco Petrarca e tanti altri illustri personaggi, che rendono questa regione il sogno di milioni di viaggiatori. Una geografia che le dona alpi, appennini, antichi vulcani, laghi, colline dai profili dolci, ariose pianure, boschi, ben sette isole ed una meravigliosa, variegata costa lunga 230 km: la Toscana è un microcosmo in cui si scia e si fanno in bagni in mare, si va alle terme e si ammirano i capolavori d’arte più famosi, si visitano popolose città e si scoprono silenziose metropoli etrusche, si gode di paesaggi incantevoli e ci si delizia il palato con vini, olio, pietanze uniche.

Cosa ne sarà nell’immediato di ristoratori, albergatori, guide turistiche e balneari, visto che la stagione turistica teoricamente è già iniziata da un mese e mezzo? Potranno i turisti di nuovo visitare musei e frequentare spiagge? Queste categorie di lavoratori non possono operare in smart working, l’unico modo che hanno di lavorare è a contatto con il cliente, ed è questa la peculiarità che nella maggior parte dei casi rende piacevole e qualificata una vacanza.

La Regione ha attivato già da un mese un Team Crisis Menagment costituito dall’Assessorato al Turismo, Toscana Promozione Turistica, Fondazione Sistema Toscana, Associazioni di categoria del turismo, Anci Toscana, Comune di Firenze, Toscana Aeroporti, Autorità portuale Tirreno Settentrionale, Irpet; il gruppo opera in contatto e raccordo costante con l’Agenzia nazionale del turismo (Enit) e le altre regioni italiane.

Essere di fronte a un cambiamento così drastico, di cui nessuno può immaginarne gli esiti, ci pone di fronte all’esigenza di ipotizzare scenari che solo a febbraio avremmo definito futuribili se non addirittura fantasiosi. Essendo la pandemia di Covid-19 appunto diffusa in tutto il mondo, il cambiamento del turismo risentirà non solo delle necessarie precauzioni igieniche, ma degli stili di vita e soprattutto dell’economia.

Quanti potranno permettersi le ferie? Quali fasce d’età potranno muoversi con relativa tranquillità in un tour organizzato? Come far tornare i turisti stranieri in Italia quando per ben due mesi le cronache mondiali ci hanno indicati come untori? Come gestire le distanze tra bagnanti, commensali o partecipanti ad una visita guidata? La prossemica, disciplina che studia il comportamento sociale in relazione allo spazio personale ed alle distanze tra soggetti, è tornata alla ribalta.

Chi lavora nel turismo ha un impegno concentrato nella stagione marzo – settembre, ed i primi due mesi di quest’anno se ne sono andati così, nella buona parte dei casi senza il supporto dello Stato perché i promessi 600 euro ad oggi sono arrivati a pochi. Considerando che si arrivava dalla stagione invernale, in cui né i balneari né le guide turistiche lavorano, c’è un notevole numero di lavoratori toscani in serie difficoltà economiche e lo saranno sempre di più man di mano che passano i giorni: lo Stato dovrebbe tenere in seria considerazione che i numeri degli impiegati nell’industria turistica sono rilevanti in Italia.

La Toscana, come il resto d’Italia, è bellissima anche perché i suoi abitanti sono operosi e spessissimo amano il proprio lavoro; hanno la cultura dell’ospitalità, declinata nei vari luoghi da una cultura millenaria e ricchissima, e che oggi è seriamente messa in pericolo.

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