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giovedì, 18 Luglio, 2024

DOHRN, LA NAVE OCEANOGRAFICA ITALIANA E’ UN FIORE ALL’OCCHIELLO PER LA RICERCA

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di Veronica Graf

 

Lunga 35 metri, potrà ospitare 14 ricercatori e 6 membri di equipaggio e sarà dotata delle più moderne strumentazioni tecnologiche. Si chiama Dohrn ed è la nuova nave oceanografica della Stazione Zoologica Anton Dohrn (Szn) – Istituto di Biologia Ecologia e Biotecnologie Marine di Napoli. La costruzione è stata avviata da pochi mesi presso i Cantieri Navali Cilentani e la messa a mare è prevista entro la fine del 2022. 

L’innovativa nave oceanografica, è frutto di una collaborazione con l’Università Federico II di Napoli e il gruppo di ricerca guidato dal professore Carlo Bertorello, e sarà dotata di stabilizzatore giroscopico di ultima generazione, che permetterà di lavorare in condizioni stabili anche in caso di mare mosso. La dotazione di una ‘moon pool’, una piscina interna, permetterà di calare in mare le sofisticate strumentazioni. Le dimensioni, la motorizzazione avanzata a basso impatto ambientale e la propulsione ibrida (con motore elettrico per spostamenti fino a 6 nodi) permettono a questa nave  un’autonomia di almeno 10 giorni, di essere gestita da un equipaggio ridotto e di consumare pochissimo carburante, mantenendo i costi di esercizio e di manutenzione estremamente bassi. La velocità varia dai 16 nodi a meno di un chilometro orario, fondamentale per le indagini biologiche e ambientali. Un sistema di navigazione computerizzato all’avanguardia permetterà alla nave di mantenere una posizione fissa in mezzo al mare e di compiere le più complesse manovre, con uno scarto di pochissimi centimetri, caratteristica indispensabile per calare strumenti sul fondale in maniera estremamente precisa. A bordo saranno presenti: un sonar per la mappatura tridimensionale dei fondali, un veicolo robotico dotato di potenti braccia meccaniche in grado di operare in ambienti profondi, strumenti acustici per la misurazione delle correnti marine e sensori di ultima generazione per misurare in maniera estremamente precisa i parametri chimici e fisici dei mari e di quelli biologici ed ecologici. La dotazione include sistemi con controllo remoto per la raccolta del plancton e il campionamento dei sedimenti marini e una porzione dedicata alle attività subacquee in immersione. C’è anche una piattaforma per il decollo e l’atterraggio dei droni. La struttura della nave è molto robusta ed è stata pensata per ospitare un batiscafo sottomarino che permetterà ai ricercatori di vedere con i propri occhi gli angoli più profondi dei nostri mari. All’interno della nave anche un laboratorio umido sul ponte, dove trattare i campioni di acqua, un laboratorio asciutto dove condurre le più delicate analisi sui campioni raccolti e un grande laboratorio oceanografico dove si controllerà tutta la strumentazione elettronica compreso il sonar e il veicolo robotico. Tutta la nave è stata concepita minimizzando l’impatto ambientale. Il materiale di costruzione è l’alluminio e potrà essere riciclato quando la nave tra molti anni finirà la sua carriera, la motorizzazione è di tipo ibrido. Particolare attenzione è stata dedicata anche a ridurre il rumore sottomarino e minimizzare il disturbo nei confronti degli abitanti del mare.

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