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#conosciiltuosguardo. NON VOI AVETE SCELTO ME MA IO HO SCELTO VOI

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di Angelo Portale

 

«Non voi avete scelto me ma io ho scelto voi […]», sono le parole di Gesù ai discepoli che questa domenica leggiamo dal Vangelo di Giovanni.

Per me sono tra le parole più consolanti e incoraggianti della Sacra Scrittura. Mi capita spesso di meditarle. È vero che è Gesù a parlare ma Gesù racconta sempre le cose del Padre quindi è come se stesse parlando anche Dio Padre. Condivido con voi ciò che hanno fatto risuonare dentro di me.

Innanzitutto riguardo all’origine di tutto: l’universo esiste perché Dio lo ha voluto. Dio poteva non creare invece ha scelto di farlo. Poteva programmare l’evoluzione fino a farla arrestare agli esseri pre-ominidi, invece ha voluto che l’uomo venisse alla luce. Lo ha fatto venire alla luce e lo ha guardato con stupore e amore incondizionato. Totalmente incondizionato. Questo sguardo ha poi cambiato la storia dal di dentro. Quando Gesù di Nazareth ha camminato sulle strade di questo pianeta. Con Gesù Dio Padre ha voluto conoscerci in modo diverso. Non si è accontentato di conoscerci come creatore, ha voluto conoscerci e amarci come figli. Ha quindi mandato il suo figlio sulla terra per “capirci e sentirci” non dall’interno di sé ma dall’interno di noi. Ha scelto di sentire quello che sentiamo. Ha scelto di vivere quello che viviamo.

Dio si è fatto uomo! Vi sembra una cosa banale? È l’evento più immenso che poteva capitare nella storia. È un evento che ha fatto imboccare alla storia umana la strada dell’eternità. L’uomo, da sé, non avrebbe potuto farlo mai! L’uomo non avrebbe mai potuto auto-crearsi. Non avrebbe mai potuto “aprire” l’eternità e rendersela accessibile. Ci rendiamo conto del regalo che ci ha fatto Dio?

Non siamo stati noi a scegliere Dio. È stato Dio a sceglierci. Ci ha scelti come creature, permettendo la nostra esistenza. Ci ha scelti come figli, adottandoci in Gesù. Ci ha scelti per divinizzarci: così vivremo quando saremo in Lui. Eppure, facilmente lo critichiamo. Troppo spesso non accettiamo ciò che permette e abbiamo quasi sempre da ridire quando le cose non vanno secondo la nostra testolina di m…..ops! Volevo dire di mortadella. E lo facciamo da ingrati, da sapientoni, con saccenza tanto più grande e presuntuosa quanto più piccola è la nostra testa. Quando c’è da criticare Dio diventiamo come quelli che pensano di sapere tutto. Ma cosa sappiamo? Cosa possiamo mai sapere? Cosa pensiamo di sapere?

«Non voi avete scelto me ma io ho scelto voi […]». Me lo ripeto spesso. Non mi serve sapere altro. Voglio solo approfittare il più possibile di questa rivelazione e lasciarmi trasformare dal più profondo di me stesso per diventare “gratitudine vivente”.