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mercoledì, 1 Maggio, 2024

Aria meno inquinata, paradossale merito del Covid-19 e dello smartworking

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di Martina Grandori

A volte anche le situazioni peggiori, possono avere dei risvolti positivi.

In queste settimane di altissima tensione a causa del Coronavirus, arriva una notizia positiva che in questo marasma e martellamento di news è più o meno passata in osservata.

Il Covid-19 ha notevolmente abbassato il livello di smog nei cieli cinesi, e non solo. A dare la notizia, la NASA ed ESA (European Space Agency), mostrando in modo chiaro attraverso delle mappe come il livello di biossido di azoto (NO2),  il gas nocivo emesso principalmente dalle industrie e dai motori, si sia sensibilmente abbassato dopo che moltissime fabbriche cinesi per via dell’epidemia Covid-19 sono state chiuse dal 23 gennaio per contenere i contagi.

Prima zona a beneficiare di un’aria più respirabile, ovviamente è stata Wuhan, epicentro dell’epidemia, diventata una sorta di città fantasma senza nessuno che circolava. Per Fei Liu, ricercatore esperto di qualità dell’aria del Goddard Space Flight Center della NASA, «è la prima volta che si vede un calo così netto su un’area così ampia e per un evento specifico».

Una riduzione di NO2 si era verificata anche durante la recessione economica del 2008, ma allora la diminuzione dei tassi di biossido di azoto era stata più graduale. In occasione delle Olimpiadi a Pechino, 2008, si era verificata una significativa diminuzione – forzatissima dal governo -attorno alla città per tutelare gli atleti, ma il miracolo svanì molto presto.

E in Italia cosa sta accadendo in merito? Anche da noi l’aria irrespirabile che c’era soprattutto nel nord Italia è migliorata per fortuna. Sono gli effetti positivi, gli unici, del Coronavirus. E a questo proposito andrebbe ricordato che in un momento di panico e follia come questo, l’inquinamento atmosferico in cui la maggior parte di noi vive, è più letale del Coronavirus.

«Respirare o ingerire un virus pericoloso, come Covid-19, evoca una paura diversa e maggiore rispetto a respirare o ingerire una particella ultrafine carica di sostanze cancerogene» ha dichiarato ai media Liliana Cori, ricercatrice all’IFC CNR di Pisa, che si occupa anche della comunicazione del rischio.

Ma veniamo ai dati divulgati di recente da’ARPA Lombardia, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente. A causa del freno alle attività produttive e ai trasporti in generale, si sta verificando una consistente riduzione delle concentrazioni medie giornaliere di PM10, rientrando come valori tollerati di PM10 in molti comuni della Pianura Padana.

Milano, poi, l’esempio più lampante di come lo smartworking imposto dalle società, abbia dimezzato il traffico, migliorando così in poco tempo l’aria.

Un paradosso, ma che dovrebbe farci riflettere anche su come piccoli gesti – vedi lo smartworking un tot di giorni al mese come regola, potrebbe veramente contribuire all’abbassamento del PM10.
Meno traffico, meno stress, meno tempo sprecato, vita felice. Non scordiamolo.

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