14.6 C
Milano
martedì, 8 Ottobre, 2024

AGCA: LA ORLANDI PRIGIONIERA IN VATICANO. Il Papa la liberi

- Advertisement -spot_imgspot_img
Annunci sponsorizzatispot_imgspot_img

L’uomo che tentò di uccidere Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro il 13 maggio 1981, il turco Ali Agca, torna a parlare e spiega di non sentirsi “pentito” per aver sparato al Papa. “Il mio attentato al Papa fu un miracolo divino: è molto diverso da crimine psicopatico ingiustificabile come l’uccisione di Aldo Moro: io sono felicissimo di essere stato al centro di un piano divino che mi è costato 30 anni infernali in cella di isolamento”.

“Io volevo assolutamente uccidere il Papa e volevo morire in Piazza San Pietro per suicidio o linciaggio che fosse. Dopo diversi anni io ho capito, ho visto con delle prove personali indiscutibili che il 13 maggio 1981 Dio ha realizzato un miracolo in Piazza San Pietro”. 

“L’attentato al Papa – aggiunge Agca – era deciso dal sistema divino. Quindi tutto quello che è accaduto, era stato pianificato ed attuato dal sistema divino”. “La Madonna di Fatima era stata una semplice messaggera che non sapeva il senso ultimo del miracolo e messaggio di Fatima”, conclude con riferimento a quanto riteneva lo stesso Wojtyla, cioè che sarebbe stata la Vergine di Fatima a deviare i colpi esplosi da Agca quel 13 maggio 1981 e a salvargli la vita. 

“Nulla è rimasto umanamente segreto sul mio attentato al Papa”, dice l’attentatore di Giovanni Paolo II, in un’intervista all’Ansa. Tuttavia, spiega, “il vero senso religioso del mio attentato al Papa ed il mistero della Madonna di Fatima necessitano ulteriori spiegazioni”. “Io, Ali Agca – aggiunge -, ho la certezza assoluta che fu il Dio-il sistema divino a portarmi in Piazza San Pietro e non il Satana e i suoi demoni come molti credono in Vaticano”. 

“Alcuni servizi segreti occidentali sanno perfettamente che Emanuela Orlandi si trova attualmente nelle mani del governo vaticano. Papa Francesco può ordinare al governo vaticano di liberarla, è ospite probabilmente in qualche convento di clausura”, afferma Agca che cita il Vangelo di Giovanni per dire che “La verità vi renderà liberi”. “Dunque liberando Emanuela Orlandi – aggiunge -, il Vaticano avrà liberato se stesso dalla prigionia di una piccola menzogna inutile”. 

 “Io ricordo il mio incontro con il Papa come uno degli atti più belli e più importanti della mia vita”. Così Ali Agca ricorda il suo incontro nel carcere di Rebibbia col Pontefice. “Come ha detto il Papa stesso quel incontro storico era un miracolo deciso da Dio. Mi ha colpito la sincerità ed onestà del Papa polacco. Era un uomo che aveva un amore sincero e disinteressato”, aggiunge. “Dunque dobbiamo proporre il Papa polacco all’umanità intera come un fratello da imitare nella sua immensa bontà, onestà e sincerità”, dice ancora l’ex “lupo grigio”. “Ma santità – aggiunge – è una prerogativa esclusiva e indiscutibile di Dio unico, unito eternamente. Quando si parla della santità di questo o quel profeta, io lo respingo e condanno categoricamente. Per questo il fanatismo islamico mi ha scomunicato nel mondo”.

La Critica

- Advertisement -spot_imgspot_img

Ultime notizie

- Advertisement -spot_img

Notizie correlate

- Advertisement -spot_img