LA RIVOLTA DELLA MILANO BENE, Pisapia agli sgoccioli e Centrodestra allo sbando

Eppur si muove. Tre anni fa assistevamo, impotenti, all’onda di Tsunami con cui una città con i conti in ordine, le tasse tra le più basse d’Italia, ma le strade pulite, una delinquenza accettabile ed una vita tranquilla decise il salto nel buio. Era annoiata Milano. Voleva cambiare perchè, beh, Berlusconi era al minimo storico, la Moratti era la Moratti e tutto il Centrodestra si sentiva il paron dalle belle braghe bianche e si rifiutava di calare le palanche per “gli ultimi” risparmiando le tasse ai “ricchi”. Avevano ingessato la città. Eravamo diventati provinciali, diceva quegli arancioni sempre più rossi. La società civile ci ha creduto e non ha risparmiato i voti. Oggi la situazione pare quella di un altro pianeta. 770 milioni di tasse in più. Aumenti di qualsiasi cosa, a servizi invariati o peggiorati. Delinquenza alle stelle. E la società civile che chiede la testa di Sindaco e Giunta.

Già, la società civile che fece vincere a Pisapia le primarie e il secondo turno non sembra più volere una città a misura di Vendola. I fratelli Rom ed Immigrati, oggi più numerosi che mai, avranno anche il gran beneficio di farti sentire moralmente superiore alle Varesi verdi, ma hanno dei consistenti lati negativi. Il primo sono le tasse. Oggi i Milanesi hanno capito due cose, una molto bella ed una molto brutta. Quella molto bella è che i ricchi della città sono tutti i borghesi, i commercianti ed i professionisti che formano la società civile. Quella molto brutta è che stanno venendo dissanguati. E questo li sta facendo parecchio arrabbiare. Da Porta Venezia, con Luca Longo, a Greco i comitati cittadini si moltiplicano senza sosta. La rivoluzione si muta in reazione, la base di consenso si sgretola e la giostra si sta per fermare.

Ma. ma c’è un MA. Dov’è l’opposizione consiliare in tutto questo? Viene tenuta a dovuta distanza, quasi fosse appestata. Non sono considerati pari. Alla più Pariah. Macchiati dalle stigmate profonde che i giochi di palazzo (vedi defenestrazione di De Pasquale, atto che grida vendetta al Cielo) hanno inflitto a gente seria e presente come Silvia Sardone o Marco Cagnolati. Gente che non ha mai avuto remore a sporcarsi le mani. Eppure nemmeno loro vengono considerati elementi essenziali di questa rivolta civica. Ed è triste, perchè parliamo di brave persone, facce pulite, lontano dagli scandali e senza scheletri nell’armadio. Cosa auspicare dunque? E’ difficile da dire. I partiti dovrebbero cercare di smettere con i comizi sul nulla e cominciare a spiegare come si tagliano 770 milioni di spesa. Come si appiana il deficit. E come si pulisce una città. Non è facile, ma se il partito non è la proposta dopo la protesta, allora non è nulla.

Ah, e ovviamente, dovete fare filotto di Giuda, Simon maghi e altri personaggi opachi che non dovrebbero comparire nemmeno a fianco ai visi puliti di chi la bandiera l’ha sempre tenuta alta, da Gallera in giù. E’ un obbligo che avete verso i vostri figli politici. Verso i cittadini di Milano. Verso voi stessi.

Luca Rampazzo