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venerdì, 26 Aprile, 2024

Streetwear e moda: aria di divorzio?

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di Stefano Sannino

Non è certo un segreto che, negli ultimi anni, streetwear e moda abbiano trovato un equilibrio perfetto, creando cose che fino a qualche anno fa erano inimmaginabili.

Durante questo sposalizio, i due mondi si sono inglobati a vicenda, assumendo alcune caratteristiche fondamentali dell’altro: la moda ha, per esempio, imparato a non seguire in modo rigido le stagionalità, aumentando dunque l’aspettativa della clientela, mentre il mondo dello streetwear ha implementato la qualità dei suoi prodotti, arrivando a livelli mai raggiunti prima.

Se però da un lato le origini della moda sono ben delineate e conosciute, dall’altro quelle dello streetwear sono meno note: furono infatti Shawn Stüssy e James Jebbia, rispettivamente fondatori dei brand Stüssy e Supreme, ad “inventare” questa nuova tipologia di abbigliamento.

In realtà, ci sono stati numerosi altri brand nel corso dei decenni che hanno contribuito alla formazione di questo stile di abbigliamento, ma nessuno ha importanza pari ai due sopracitati. Questo perché, Stüssy e Supreme, non producono solo capi di abbigliamento, ma sono nati con l’intenzione di unire le persone che frequentavano alcuni luoghi specifici rispettivamente di Los Angeles e New York.

Oggi, lo streetwear – in particolare felpe, tutte e cappellini- costituisce il 10% delle vendite dell’abbigliamento e tiene ogni anno milioni di fan con il fiato sospeso. Il picco di vendite si è raggiunto nel 2017 con la collaborazione tra Supreme e Louis Vuitton: insieme questi due brand hanno infatti creato tanto scalpore da portare i fan ad accamparsi davanti ai negozi, solo per ottenere un pezzo della collezione frutto della loro collaborazione.

Fu proprio da questo momento che diversi brand cominciarono ad assumere direttori artistici legati al mondo dello streetwear: è il caso di Demna Gvasalia per Balenciaga, di Vuitton con Virgil Abloh, Kim Jones con Dior. Questo processo di integrazione ha, negli anni, portato vantaggi sia al mondo della moda tradizionale che a quello della moda “hypebeast”, ma è tutt’altro che giunto al termine.

Secondo gli esperti infatti, c’è ancora molto che i due mondi devono imparare dall’altro, aprendo così la possibilità a nuove, stravaganti, fantastiche collaborazioni che, sicuramente, lasceranno milioni di fan con il fiato sospeso ancora una volta.

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