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lunedì, 29 Aprile, 2024

I Tarocchi

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I tarocchi sono da tutti conosciuti come strumento di divinazione con le loro figure allegoriche e simboliche che rimandano ad un passato oscuro, ma in realtà non nascono con tale intento essendo state create per un gioco di carte. Un mazzo dei tarocchi è composto da 78 carte divise in due gruppi: uno di 22, definito “arcani maggiori” o “Trionfi” e composto da motivi simbolici e allegorici ed il secondo gruppo di 56, detti “arcani minori” e corrispondenti alle comuni carte da gioco con i 4 semi, i numeri che vanno da 1 a 10, il fante, il cavaliere, la regina e infine il re. I più antichi mazzi di tarocchi giunti fino a noi sono di origine italiana e risalgono all’inizio del 1400. Si ipotizza che le carte da gioco abbiano trovato ispirazione nei cosiddetti “mazzi mamelucchi” di origine araba. Tuttora esiste un gioco di carte diffuso nel ferrarese definito “Trionfi” che si fa con un mazzo di 40 carte che mutua il nome dal vecchio nome dei tarocchi.

All’inizio i Tarocchi venivano usati solo per giocare, per poi essere nei secoli successivi utilizzati come strumento di divinazione. Spesso vengono usati solo gli arcani maggiori per profetizzare, mentre alcuni utilizzano tutte le 78 carte per un responso più preciso. Nel Rinascimento c’è stata una ripresa dell’interesse per quell’insieme di studi che comunemente viene chiamato esoterismo e questo può aver influenzato la creazione di alcuni mazzi di tarocchi normalmente affidata ad artisti rinomati dalle nobili famiglie italiane, con il conseguente arricchimento simbolico, favorendone il successivo impiego come strumento di divinazione. A fine settecento alcuni studiosi di esoterismo stabiliscono le regole di divinazione con le quali accostano gli arcani maggiori alle 22 lettere dell’alfabeto ebraico e dichiarando che contenevano segreti dell’antico Egitto, facendo così nascere la leggenda dell’origine egiziana dei tarocchi e che il loro autore potesse essere addirittura il dio Thoth, inventore della scrittura per gli antichi egizi.

Dopo questo breve excursus storico potrebbe sembrare che i Tarocchi siano soltanto un gioco a cui prestare scarsa attenzione, ma in realtà gli stessi giochi hanno un loro simbolismo e in alcuni miti gli stessi dei giocano, mettendo in risalto come la componente del gioco abbia un ruolo nell’equilibrio dell’essere umano sia psichico che spirituale. Per quanto possiamo vivere in un’epoca improntata ad un certo materialismo, è evidente che le dimensioni dell’uomo non si riducono a quelle materiali, ma che ne esistano altre. Anche la tecnologia, che ci avvolge tutti, per mantenere alto l’interesse degli utilizzatori fa spesso leva su gioco e sogni, a dimostrazione di come l’uomo non sia solo materia. Ritornando ai Tarocchi, è evidente che i Trionfi siano immagini altamente simboliche e che possano essere usate anche con uno scopo diverso dal gioco. In realtà anche gli arcani minori hanno un loro simbolismo. Per esempio, i 4 semi rimandano ai 4 elementi e gli stessi numeri dall’uno al dieci hanno un loro significato. Gli arcani maggiori sono numerati da 0 a 21 e come già detto sono stati accostati alle 22 lettere dell’alfabeto ebraico, ma 22 sono anche i sentieri che uniscono le Sephirot dell’Albero della Vita. Sarà una coincidenza che il numero dei Trionfi sia pari al numero delle lettere dell’alfabeto ebraico, ma ciò non è privo di significato. I tarocchi vengono estratti dal mazzo e poggiati su un tavolo con varie disposizioni in base allo scopo che si vuole raggiungere. Una cosiddetta “lettura” dei tarocchi può essere fatta da un “professionista” a cui ci si rivolge, ma può essere fatta anche da se stessi. Basare le proprie decisioni sul risultato di un consulto divinatorio è sicuramente sbagliato, ma la lettura dei tarocchi può risultare utile per decifrare alcuni aspetti della realtà che a volte ci sfuggono. Cercare di leggere nel simbolismo di alcune carte estratte a caso può mettere in moto una riflessione su ciò che ci accade, sul nostro carattere ed aiutarci a decifrare alcuni segnali. Il gioco serve a distrarsi, a divertirsi, ma fa anche riflettere dal momento che può richiedere uno sforzo mentale. Si pensi, per esempio, al gioco degli scacchi tradizionali ove c’è un aspetto che va ben oltre il contingente.

I tarocchi con il loro simbolismo assolvono non solo la funzione di qualsiasi gioco, ma aiutano a leggere la realtà oltre le apparenze e a dare un supporto a pensieri e riflessioni canalizzandoli verso una meta. Al di là dell’uso da fattucchiera per cui vengono utilizzati comunemente, possono essere un valido strumento per il ricercatore spirituale. Non deve sfuggire che alcuni artisti rinascimentali erano intrisi di cultura esoterica che hanno trasfuso nelle loro opere. Quel simbolismo, per quanto modificato, ci ha raggiunto attraverso i secoli.

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