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lunedì, 6 Maggio, 2024

FUCILARE DI BATTISTA. Ce lo chiedono tutte le vittime del terrorismo.

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Non parliamo di omicidio, parliamo di messa sotto accusa, un regolare processo e un regolarissimo plotone di esecuzione. Tanto in questo Paese ormai si può dire qualsiasi cosa, qualsiasi abominio giuridico è tollerabile, no? Bene, io chiedo che quell’infame traditore del suo sangue sia trattato come tutti i fiancheggiatori del nemico vanno trattati in guerra. Lui parla per paradossi. Anche io. Lui ai paradossi che propone ci crede. Figuratevi io. Lui vuole trattare con i terroristi. Io voglio che sia messo al muro e fucilato. Lui è un vigliacco e si nasconde dietro il “noi” o l’impersonale. Io sono un uomo libero e responsabile ed userò solo la prima persona. Questo è il mio atto di accusa. A chi dovesse condividerlo chiedo di usare la prima persona, non vi nascondete nella folla. A questi vili si risponde a viso aperto.

Le sue affermazioni più gravi:

“Dovremmo smetterla di considerare il terrorista un soggetto disumano con il quale nemmeno intavolare una discussione.”

Chi è il terrorista? Il terrorista è un signore che non colpisce i soldati. Se lo fa, sono vittime collaterali. Uccidere un soldato non genera terrore. Il Terrorista colpisce te. Sì, ti uccide un milione di volte. Mette bombe, fa irruzioni e spara su di te. Tu sei il suo obiettivo. I tuoi infiniti riflessi negli occhi che si appannano prima di morire. Le donne al mercato. I bambini increduli, mentre l’alba della loro vita si trasforma in un triste tramonto. Tu muori e sei indifeso. Tu muori e lui ride. Lui è libero e ricomincia. Di Battista vuole parlare con il tuo assassino. Lui vuole trattarlo con tutti gli onori. Lui con il tuo carnefice solidarizza. Lui pensa che sia un po’ colpa tua se ormai muori annegato nel tuo sangue. Non sta dalla tua parte. Perchè dovresti stare dalla sua?

Con il terrorista non si parla, al terrorista non si mostra pietà e al terrorista non si cede neppure un metro. Il dialogo lo si riserva ai pari. Loro non sono pari. Sono il cancro del mondo moderno. L’unica cosa che si può dar loro è una generosa dose di fuoco e di piombo.

“Non sto né giustificando né approvando, lungi da me. Sto provando a capire. Per la sua natura di soggetto che risponde ad un’azione violenta subita il terrorista non lo sconfiggi mandando più droni, ma elevandolo ad interlocutore.”.

No, Di Battista lo stai giustificando. Stai giustificando gli infami di Madrid, di Londra e di New York. Non li chiamerò Kamikaze. I Kamikaze erano uomini d’onore che portavano al nemico la loro personale visione della resa. Ecco, Dibba, prendi spunto, il Kamikaze piuttosto della resa sceglieva la morte onorevole. Tu, invece, vuoi fare come le due ragazze sequestrate in Siria. Schierarti come un utile idiota dalla parte degli assassini dei nostri figli, fratelli, padri e madri. Nasconditi pure dietro la tua viltà. Non morirai per ultimo.

“L’attentato alle Torri Gemelle fu una panacea per il grande capitale nordamericano. Forse anche a New York qualcuno “alle 3 e mezza di mattina rideva dentro il letto” come capitò a quelle merde dopo il terremoto a L’Aquila. Quei 3.000 morti americani vennero utilizzati come pretesto per attaccare l’Afghanistan, un paese con delle leggi antitetiche rispetto al nostro diritto ma che con il terrorismo internazionale non ha mai avuto a che fare”

L’Afghanistan era la base delle operazioni di Bin Laden. E la borsa crollò con le Torri Gemelle, generando una crisi economica. Capra. Il Grande capitale odia le guerre. Come diceva Bastiat: “dove passano le merci non passano i cannoni”. Capra. Per un asset che sale, le armi, ne crollano mille, dalle case ai beni di consumo, dalle macchine a tutto quello che non sia bene di prima necessità. Capra. E questo povero mentecatto è pure deputato.

“A questo punto mi domando quanto un miliziano dell’ISIS capace di decapitare con una violenza inaudita un prigioniero sia così diverso dal Segretario di Stato Colin Powell colui che, mentendo e sapendo di mentire, mostrò una provetta di antrace fornitagli da chissà chi per giustificare l’imminente attacco all’Iraq.”

Questo è l’ultimo chiodo nella bara. Di Battista ormai non distingue più tra amico e nemico. Sì, c’è una differenza. Colin Powell non mi vuole morto. Vuole morto il mio nemico. Colin Powell mi difende, e le armi di Saddam erano in Siria, come la storia ha ampiamente dimostrato. Tu difendi il mio nemico. Tu, per coerenza, sei un traditore. Ed un traditore in tempo di guerra va fucilato alla schiena. Il suo corpo gettato in una fossa comune. Oh, io non promuovo mica la violenza eh. No, no. Dico solo che sei solo un traditore del tuo sangue. E i traditori, mica è colpa mia, vanno fucilati. Però sono disposto ad un compromesso. Dopo l’esecuzione potremmo aprire sul Blog di Peppe per decidere chi di voi sarà il prossimo. Facciamo decidere il Popolo del Web. Chissà chi avrà più like. Non vedo l’ora di scoprirlo.

Luca Rampazzzo

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