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venerdì, 26 Aprile, 2024

SI STA COME CON PISAPIA GLI ALBERI A MILANO. La Magnolia di largo Cairoli sacrificata per una ciclabile

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Magnolia è il titolo di un grande film del 1999, diretto da Paul Anderson, dove le vite problematiche di individui assurdi arrivano a intrecciarsi per un giorno, generando una trama densa e surreale. Magnolia è anche il tipo di pianta, alta 6 metri per 3 di larghezza, che il Comune di Milano vuole tagliare e abbattere in largo Cairoli, per far posto a una pista ciclabile. La vicenda milanese della magnolia ci suggerisce diversi elementi comuni con i personaggi e la trama dell’omonimo film.

L’ansia di realizzare piste ciclabili ovunque, tratto caratteristico di questa giunta divorata dal senso di colpa di inquinare il centro storico con le auto, ha spinto l’assessorato di Pierfrancesco Maran (Mobilità) e di Carmela Rozza (Lavori Pubblici) a progettare una ciclabile che da largo Cairoli collegasse piazza Pagano. Per fare ciò però è necessario abbattere la grande Magnolia nota a tutti i milanesi da più di mezzo secolo.

Naturali le proteste dei residenti, ma anche degli stessi ambientalisti. In poco tempo il Consiglio di Zona 1 ha approvato una mozione dove si chiede di lasciare l’albero lì dov’è. Le altre piante, spiega il Comune, possono essere ripiantumate, ma la Magnolia no, e in sostituzione ad essa verrebbero inseriti 5 Bagolari. Ma proprio dove questi dovrebbero essere piantati scorre una tubatura, che comporterebbe la riduzione degli stessi o lo spostamento del tubo proprio dove ora c’è la Magnolia.

Una questione intricata, sia sul piano pratico che su quello ideologico ed estetico. Tenere la Magnolia e rinunciare alla mobilità sostenibile e felice di Maran? O realizzare la ciclabile modificando l’estetica di una piazza già deturpata dalle piramidi di Expo, nonché abbattendo un albero storico e ormai identitario di quella piazza? Oltretutto non è molto il verde del centro storico, e abbattere questa Magnoli significherebbe ridurlo ancora di più. Tutte domande da mandare in tilt i nostri assessori.

Chi però ha le idee chiare sono i residenti: in una settimana hanno raccolto più di mille firme per chiedere che l’albero non venga abbattuto. “Queste corsie per bici con i cordoli, che richiedono il sollevamento dell’asfalto e diventano ben poco reversibili, sono assurde – commenta Barbara Bianchi Bonomi del Comitato Castello -. Perché non tracciarle per terra con strisce di vernice e in zone dove si può realmente andare. Come si fa in tutta Europa”.

Il Consiglio di Zona 1, dal canto suo, prova a trovare una soluzione intermedia: risagomare l’aiuola in modo da guadagnare almeno un metro per la pista ciclabile senza abbattere l’albero. Così almeno ha proposto la presidente della Commissione Ambiente di Zona 1 Elena Grandi. Il Comune però rimane della sua idea: “La pista ciclabile collegherà Cairoli con Pagano, per 5 chilometri – ribadisce l’assessore Carmela Rozza -. Le sei magnolie saranno spostate, quella grande no, perché non è ripiantumabile, ha infatti le radici solo da una parte e l’altro lato è sorretto da una parete. Invece, poiché il progetto è una riqualificazione anche ambientale dell’area, saranno piantumati 4 Bagolari ad alto fusto per ricreare un filare storico che era stato ridotto a due soli esemplari”.

Altrettanto decisi sono i Consiglieri di Forza Italia, che non intendono permettere l’abbattimento di un albero per la realizzazione di una ciclabile: “Consiglieri comunali e di zona – annuncia De Pasquale – sono pronti a incatenarsi per impedire questo scempio. In una città in cui si sono bloccati nuovi parcheggi per non abbattere alberi, ci manca solo che si elimini una magnolia secolare per fare posto a una pista ciclabile. Non lo permetteremo”.

Nel film Magnolia tutto si conclude con una pioggia di rane, che mette ancora più paura in alcuni personaggi ma paradossalmente rasserena altri. La questione di largo Cairoli potrebbe risolversi invece con un accordo logico, una deviazione della ciclabile o una riduzione dell’aiuola che mantenga la Magnolia. Oppure potrebbe finire con una “pioggia di rane”: Forza Italia, per anni accusata di adorare il cemento a scapito del verde, incatenata a un albero alto 6 metri, resiste contro l’attacco delle ruspe dei verdi e sostenibili assessori Maran e Rozza, che ancora una volta ignorano la voce dei cittadini e dispongono del territorio di Milano come fosse di loro proprietà.

Gabriele Legramandi

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