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martedì, 19 Marzo, 2024

IL SERMONE DI RAMPAZZO: L'uomo non unisca ciò che Dio ha diviso

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Nota bene: qui non si parla di coppie gay. Qui si parla di bambini trattati come proprietà. Come res, come cose. Come oggetto di diritto. Stabilito questo possiamo iniziare.

In principio era la famiglia. Qualcuno dice vi fosse la tribù. A me consta che tutte le società che non hanno fatto il salto a questo micromodello o sono state spazzate via o vivono in luoghi scarsamente raggiungibili. Quindi, direi che iniziare dalla famiglia non è affatto sbagliato. L’inizio della nostra società coincide con nuclei più o meno grandi costruiti su legami di sangue o di affetto, in cui membri esterni entrano e vengono assimilati. Questi nuclei procreano. le società crescono, si complicano. Si evolvono. Ma la cellula resta inalterata. Fino ad un punto. Fino a quando non si comincia a dire che le prerogative che tutte le società riconoscevano al nucleo andavano spostate all’individuo.

Intendiamoci, non c’è nulla di male nell’individualismo, fino a quando non diventa un’ossessione. Ed il limite è abbastanza facile da individuare, fin quando l’individuo non si costituisce a sovrano assoluto, funziona tutto. Il sovrano assoluto è un personaggio pericolosissimo, perchè tende a disumanizzare chi gli sta attorno. I sovrani assoluti vendevano territori e popoli. Decidevano quale fosse il Dio che potevi pregare. E mai, nella storia, sono stati realmente assoluti. C’era sempre un Dio a cui facevano riferimento e a cui si inginocchiavano. Forse solo formalmente, ma la forma a volte è sostanza.

Oggi non abbiamo più Dio, non abbiamo più limiti condivisi e le nostre leggi si sfarinano in mano a giudici goffi ed insipienti. Così può succedere che alcuni bambini diventino res. Res che possono essere costruite. Comprate. Vendute. Al di fuori di ogni legge. E’ di questi giorni la notizia del primo bambino affidato ad una coppia gay, rectius, di una madre con una compagna. Ancora un altro colpo alla famiglia. E’ l’individuo ad adottare, con chi va a letto sono fatti suoi. Il bambino è del tutto irrilevante. Il bambino, anche quando riesce a non farsi uccidere in grembo, non ha alcun diritto in confronto alla madre/padre/società.

Vi ricordate come era iniziata questa storia? Se negate ai bambini la possibilità di essere adottati da copie gay li condannate ad un orfanotrofio. Le adozioni gay servono al bambino. Poi. poi ci si è accorti che il problema non erano i bambini, ma i diritti dei grandi. Poi si è scoperto che i diritti dei grandi erano l’unica cosa che meritava tutela. Come sempre accade, aveva ragione Chesterton. Vi lascio quindi con le sue parole.

“Uomini che cominciano a combattere la Chiesa per amore della libertà e dell’umanità, finiscono per combattere anche la libertà e l’umanità pur di combattere la Chiesa.”.

Luca Rampazzo

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