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lunedì, 6 Maggio, 2024

Speciale Qabbalah – Dentro la creazione: introduzione al concetto di emanazione

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di Stefano Sannino

All’interno del misticismo occidentale, in particolare quello ebraico, troviamo un concetto che, nel corso della storia umana, ha assunto un’importanza sempre più fondamentale, in particolare nelle grandi religioni monoteiste che lo hanno adottato per esemplificare il processo di creazione a partire da un Dio unico. Questo processo è noto come emanazione.

L’emanazionismo è una teoria tipica delle discipline cabalistiche, poi adottata anche da altri contesti, che si propone di spiegare il processo di creazione attraverso un’emanazione di luce da una fonte primordiale o, meglio ancora, da un Deus Absconditus che prende il nome di Ein-Sof. A partire da questo Dio Occulto o Dio Celato, che giace “tutto avvolto nella sua volontà” al di là di una barriera di Nulla, è possibile ricostruire – secondo la Qabbalah – un processo di creazione graduale definito tuttavia come Ayin me-Yesh, ovvero Nulla dall’essere. Ci troviamo di fronte dunque, ad una “Creatio ex nihilo” per dirla come i latini, estremamente differente dalle cosmogenesi a cui i mondi pagani classici erano abituati. In questo processo creazionista, Ayin è l’intermediario tra Ein-Sof – troppo immenso per essere compreso – e le sue emanazioni spirituali e fisiche, ovvero le sephiroth.

Per comprendere meglio il ruolo di Ayin come intermediario, supponiamo che Ein-Sof, ad un certo punto della sua esistenza trascendentale, abbia deciso di manifestarsi oltre quel Nulla che lo caratterizzava: ecco cos’è Ayin, una manifestazione voluta del trascendente e dell’immenso, dal quale Ein-Sof manifesta se stesso attraverso i suoi attributi, che accolgono la sua stessa luce, al fine di creare tutto l’universo.

Vi è però un grande problema filosofico di fondo, dietro ad una teoria del genere e gli stessi cabalisti se ne sono resi conto, cercando di adottare quindi diverse soluzioni teoriche, al fine di risolvere questo processo creativo. Se supponiamo infatti che Ein-Sof sia così incommensurabilmente intenso da essere Tutto ciò che giace al di là del nulla cosmico, come possiamo pensare che il Nulla lo delimiti, ed in qualche modo ne tracci i confini esteriori? Se ammettessimo una cosa del genere, dovremmo anche ammettere la non-infinità di Dio.

Ecco allora che i cabalisti hanno introdotto lo zimzum: il ripiegamento di Dio dentro se stesso. Non fu infatti Ein-Sof a trascendere il Nulla fuori di sé – secondo questa teoria – ma fu Ein-Sof a svuotare una parte di se stesso per creare il Nulla e poi, al suo interno, emanare la sua Volizione e la sua Luce affinché si manifestassero le sue stesse emanazioni. Questa creazione interna risolve sia su un piano logico, che su un piano ontologico, il grande problema che il rapporto tra l’incommensurabilità di Ein-Sof e la presenza del Nulla al suo esterno poneva.

Tutta questa speculazione circa la creazione così come appena descritta, si sarebbe poi rivelata essere particolarmente accurata anche da un punto di vista scientifico. Se pensiamo infatti alla famosa particella di Dio non possiamo non trovare alcune somiglianze con questa particolare teoria cabalista. Nello specifico se pensiamo al Big Bang come momento della creazione, prima di esso era il Nulla e dopo di esso vi è invece l’esistenza, l’universo creato così come lo conosciamo.

Molto nota è la speculazione del fisico quantistico Amir D. Aczel, che nel suo libro Perché la scienza non nega Dio espone il suo punto di vista circa l’importanza che la funzione d’onda di una particella che sicuramente esisteva prima del Big Bang abbia assunto nel momento della creazione. Il fisico ci spiega come, infatti, la funzione d’onda di una particella sia proprio quella funzione che le permette di esistere in due punti dello spazio contemporaneamente. Ecco allora che proprio questa funzione, permettendo alla particella esistente al di là del Nulla, le avrebbe permesso di esistere anche dall’altro lato, scatenando così quella reazione a catena che noi oggi chiamiamo Big Bang. Inutile elencare le somiglianze con la teoria cabalistica poc’anzi descritta, la quale per quanto antica e legata unicamente ad un’unica tradizione, si rivela particolarmente accurata e precisa nel descrivere un processo estremamente complesso e dal punto di vista scientifico e dal punto di vista teologico.

La creazione non si conclude però così, ma continua con le emanazioni delle diverse Sephiroth che sono al contempo Dio ed i suoi attributi specifici, delle Qliphoth ovvero gli anti-mondi della creazione e sopratutto con il tema della caduta, un tema che ritroveremo in tantissime tradizioni religiose. Il nostro viaggio nel mondo della creazione è appena cominciato e l’Universo che siamo riusciti a delineare con questo primo articolo è solo parzialmente abbozzato.

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