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venerdì, 26 Aprile, 2024

La sindrome della capanna

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di Veronca Graf

La Sindrome della capanna o del prigioniero ecco la ragione per cui potremmo non avere affatto voglia di uscire di casa e tornare alla nostra vita precedente: la chiamano la “sindrome della capanna” e riguarda le persone che hanno vissuto sotto stress, ma che hanno gestito bene il confinamento, riempiendo il tempo con attività da soli come hobby, lavoro, studio, o in compagnia dei loro cari, per i quali il ritorno alla normalità genera molto più stress.
 
Abbiamo atteso a lungo la possibilità di tornare ad una parvenza di normalità e quando la si inizia ad annusare nuovamente, c’è chi scappa. Non è particolarmente strano, in realtà, è del tutto normale. 
Dopo mesi di quarantena c’è chi vive l’ansia di riprendere i ritmi “normali”, la paura di uscire e c’è chi ha scoperto che la vita in casa non è poi tanto male.
Insomma il ritorno alla normalità non è da tutti gradito, in particolare per la pressione di dover riprendere il solito tran tran. 
 
Le nostre case sono diventate un rifugio, ci hanno tenuto al sicuro dal Coronavirus ma anche lontani dal mondo, la cui routine spesso ci stressa.
 
La quarantena ha permesso alle persone di avere maggiore tempo a disposizione per le persone e attività che amano ed è anche per questo che ora potrebbero sentirsi riluttanti a tornare alla frenetica vita di sempre.
 
E poi c’è anche chi, mal volentieri, si è abituato alla nuova routine e a ritmi differenti da cui ora ha paura di allontanarsi. L’isolamento è spiacevole ma i nostri meccanismi di sopravvivenza ci hanno permesso di contrastare quel sentimento e di adattarci al confinamento.
In questo caso si parla di sindrome della capanna – o del prigioniero -. Con questi termini si intende l’evitare il contatto con l’esterno dopo un lungo isolamento, com’è stato, del resto, durante questa quarantena.
 
Il termine sindrome della capanna è stato coniato negli Stati Uniti in zone in cui il rigido inverno costringe gli abitanti ad una sorta di quarantena, sebbene non sia pienamente accettato dagli psicologi.
L’importante comunque è affrontare le proprie paure e, se si ritiene necessario, contattare un professionista che potrà aiutare a trasformarle in alleate e poter così superarle.
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