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giovedì, 28 Marzo, 2024

TEMI CALDI: SEPARAZIONE O DIVORZIO, CONIUGI ED AVVOCATI, SE COLLABORANO POSSONO DARE IL PROPRIO CONTRIBUTO PER UNA SOLUZIONE MENO DOLOROSA

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di Valentina Mosca

 

Recenti studi, condotti sulla scorta di dati statistici registrati nell’ultimo anno, hanno evidenziato che, in conseguenza delle condizioni di vita familiare imposte dalla pandemia, i casi di separazione e/o divorzio sono notevolmente aumentati. In caso di lite, il ricorso dei coniugi ad un legale di fiducia, diviene inevitabile, quanto difficile la scelta. L’avvocato incaricato, quindi, si troverà ad affrontare le diverse situazioni cosciente di dover adottare la più adeguata quanto corretta linea difensiva, a tutela del proprio cliente.

Il clima di accesa conflittualità che, inevitabilmente e fisiologicamente, accompagna le vicende della coppia, non aiuta il professionista, il cui coinvolgimento emotivo andrebbe sicuramente a discapito di un’azione legale efficace. Ma alla fredda e lucida attività giuridica deve fare da contraltare la pur dovuta opera di mediazione tra le parti. L’approccio dell’avvocato alla questione può fare la differenza, specie se riesce ad instaurare un dialogo costruttivo con il proprio cliente, ma anche con la controparte ed il collega che la difende.

In questo, per fortuna, aiutano le posizioni che assumono i coniugi che, pur contrapposte, normalmente perseguono un unico interesse: convenire alle migliori condizioni per se stessi e, soprattutto, per i figli (se ci sono).

Non a caso le situazioni che presentano maggiori difficoltà e che quasi sempre non portano ad una soluzione mediata tra le parti, sono caratterizzate dalla presenza di figli, specie se questi sono minori al momento della separazione, ovvero privi di autonomia e con poca capacità di discernimento. 

La difficoltà maggiore per gli avvocati è proprio quella di far comprendere ai coniugi che, prima dei loro interessi, ci sono quelli dei figli, la cui tutela resta il loro compito principale ed inderogabile, specie in presenza della disgregazione familiare.

La tutela dei figli, soprattutto se minori, è l’obiettivo irrinunciabile che deve guidare i genitori nelle proprie scelte e decisioni, ma anche i legali nell’azione difensiva, facendoli propendere, quando possibile, per un accordo bonario che possa limitare gli effetti di un contesto di contrapposizione e litigiosità, come quello che caratterizza i giudizi di separazione e divorzio.

Nel nostro sistema giuridico,  sulla scia della  Convenzione di New York sui diritti dei fanciulli del 20 novembre 1989 (resa esecutiva in Italia con la legge n. 176/1991) e della Carta di Nizza dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, vige il principio della bi-genitorialità, in virtù del quale, la prole ha il diritto di  mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascun genitore, di ricevere cura, educazione e istruzione da entrambi, e di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale (ex art. 337 ter. c.c). La conflittualità, pertanto, non può essere motivo per derogare al principio di bigenitorialità, sempre che questo non sia pregiudizievole per l’interesse dei figli, specie se minori; infatti, occorre anche valutare, caso per caso, la capacità dei genitori di crescere ed educare i figli nella nuova situazione familiare conseguente alla separazione.

Nella realtà, proprio nei primi mesi di dissenso, i coniugi sono solo impegnati a “farsi la guerra”, e perdono di vista l’interesse assoluto e superiore dei figli. Sono i legali di fiducia che possono e devono, grazie al rapporto di colleganza ed al dialogo instaurato, ben operare per sostenere una continua collaborazione tra le parti, che possa condurre, con la espressa e manifestata volontà dei coniugi, a preferire una procedura negoziata e più breve ad un procedimento giudiziario che, spesso, influisce sulla capacità di razionalizzare quel “fallimento familiare” prodotto dalla separazione e/o dal divorzio. È chiaro che l’impegno degli avvocati risulterà vano se i genitori non mostrano uno spirito di collaborazione e di dialogo e, soprattutto, se non sono convinti che agli interessi personali vanno anteposti a quelli dei figli. Si può aver fallito come coppia, ma non si può e non si deve mai abdicare al proprio ruolo di genitore.

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