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Sardegna: i Nuraghe candidati patrimonio Unesco

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di Mattea Bonica

È incredibile la ricchezza – spesso poco conosciuta a noi italiani per primi – del nostro Paese. Fra queste eccellenze, i Nuraghi, costruzioni in pietra dell’epoca del bronzo, (1800 a. C.) a forma di cono molto diffuse in Sardegna, che si sono candidate nell’ambitissima lista dei nuovi dei siti riconosciuti da Unesco. Ad oggi solo il complesso archeologico di Su Nuraxi a Barumini è riconosciuto, l’obiettivo è far entrare nella lista tutto l’insieme della civiltà nuragica della Sardegna nella lista del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.

Un’iniziativa che vuole tutelare una risorsa che ad oggi è sottovalutata ed esposta a diversi pericoli, in primis gli atti vandalici che possono creare danni irreparabili. Questi monumenti sono una delle attrazioni turistiche più visitate in Italia e la richiesta è stata accolta all’unanimità anche dal Consiglio Regionale della Sardegna. Sono molti però che non conoscono l’origine di questi posti magici. Il termine nuraghi deriva dalla parola “nur” che significa mucchio di pietre cave. Il termine è presente anche in alcuni villaggi nelle vicinanze di Alghero: Nurri, Nuraminis e Nurachi. Posti in cui vi è un’alta concentrazione di nuraghi. Comparati ai moderni castelli. La civiltà nuragica si sviluppa dall’età del bronzo fino all’epoca romana. L’architettura di questi monumenti si basa su pietre naturali con forme squadrate, ed ogni masso veniva collocato in modo da incastrarsi con gli altri, partendo dal basso e innalzandosi, il risultato erano preistorici esempi di case-fortezza, infatti venivano erette su alture proprio per un discorso militare e difensivo.

Grazie alla candidatura di tutto il complesso di Niraghi a patrimonio Unesco, vi è buona probabilità che questo nostro patrimonio venga diffuso nel mondo, incrementando anche il turismo nell’isola.

Attraverso diversi progetti, come “Sardegna verso l’Unesco”, i sardi raccolgono una sfida che rappresenta un’occasione di ulteriore promozione e diffusione per la Sardegna. Bisogna solo attendere il 31 marzo 2021 ed incrociare le dita per conoscere l’esito di questa bellissima iniziativa.