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martedì, 16 Aprile, 2024

RENZI: CAMBIA LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE. Via tutti i fannulloni

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“Stiamo tentando di realizzare un cambiamento radicale dentro la P.a., ma non sarà un cambiamento contro i lavoratori”. Così Matteo Renzi al termine del Consiglio dei ministri parlando della proposta del governo per la riforma della P.a., sottolineando come l’esecutivo abbia così presentato “un ulteriore tassello della sistematica operazione di cambiamento del Paese, che sta rispettando tutte le scadenze che ci siamo autoimposti”.

 “Noi offriamo per 40 giorni al confronto la riforma. Per la discussione dei dipendenti, delle forze sindacali se vogliono fare avere la loro opinione e del mondo produttivo. Non è una generica apertura di dialogo ma l’indicazione di scelte di fondo”, ha spiegato il premier.

“Scriveteci – ha aggiunto – a rivoluzione@governo.it : dal 30 aprile al 30 maggio ci sarà la consultazione e poi il 13 giugno il provvedimento va in Cdm”. Renzi vorrebbe evitare il decreto legge: le misure potrebbero essere contenute in un disegno di legge delega.

“Se passo giornata a dire che sei un fannullone è difficile che il destinatario dell’invettiva si senta motivato”, ha affermato il presidente del Consiglio. “Certo – ha detto – che esistono fannulloni nella P.a., ma compito di chi dirige non è lamentarsi ma provare a cambiare”.

Entrando nel merito della riforma, Renzi ha spiegato che si sviluppa su tre assi: “Capitale umano, innovazione, tagli alle strutture non necessarie. Coinvolgimento dei dipendenti attraverso una lettera, sforbicia Italia per il taglio agli sprechi e open data come strumento di trasparenza”.

“L’abrogazione dell’istituto del trattenimento in servizio comporta la possibilità di far entrare 10 mila giovani nella P.a.”, ha messo in luce il premier durante la conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri. Le nuove entrate potrebbero essere “14-15 mila fino al 2018″, ha poi spiegato. Altro punto è ”la riduzione del 50% del monte ore per i permessi sindacali nel pubblico impiego”.

Accorpamento delle sovrintendenze e gestione manageriale dei poli museali”. Sono due delle innovazioni che saranno introdotte con lo “sforbicia-Italia”, ha annunciato. Ci sarà, inoltre, “la possibilità di licenziamento per il dirigente che rimane privo di incarico oltre un determinato termine”.

Riduzione delle sedi della Ragioneria dello Stato “non più sedi in ogni provincia” e “le prefetture diventeranno non più di 40”. Sono altre misure dello “sforbicia-Italia” illustrate da Renzi. E ancora: “Accorpamento degli Aci e della motorizzazione civile”.

“Nella discussione politica di questi giorni ci sono state alcune anticipazione che sono diventate tavole della legge, come il fatto che noi avremmo detto che tagliamo gli stipendi. Noi abbiamo detto che avremmo messo un tetto massimo a 240mila euro”, ha ribadito.

“Noi- ha proseguito – riduciamo il ceto politico ma poi dobbiamo ridurre la presenza dello Stato nelle diverse realtà. Ho sentito Fassino e ho invitato i Comuni a fare altrettanto per accorpare in parte i servizi, vedi la polizia municipale. E poi la storia delle 8mila municipalizzate ci rimane sul collo”.

“Se la P.a. non la cambiamo rimaniamo un Paese impantanato, ma noi crediamo che riusciremo a farlo”, ha affermato Renzi. Non è vero, ha poi chiarito, che manchi un accordo politico anche perché le divisioni sono trasversali, su questi “non c’è destra o sinistra ma tra valutazioni coerenti ma diverse”.

 “Ho chiesto un confronto innovativo” ai sindacati, ovvero “no a un tavolo negoziale, ma sì a un confronto puntuale sul merito delle proposte”. Lo ha spiegato il ministro della P.a., Marianna Madia, illustrando le linee guida della riforma.

“Non ho problema a parlare di eventuali prepensionamenti e ricordo che le norme Fornero sono state introdotte dai governi Monti e Letta per gli enti locali, ma prima si possono fare cose come l’abrogazione dell’istituto di trattenimento in servizio che libererebbe almeno 15mila posti”, ha aggiunto il ministro.

“Occorre, ha poi sottolineato la Madia, “mettere in campo una mobilità che funzioni, sia volontaria, ma anche obbligatoria, garantendo dignità al lavoratore”, con riferimento alle retribuzioni e alla “non lontananza da luogo lavoro”. E ancora: “L’obiettivo è sbloccare il turnover in modo strategico, con entrate selettive per le amministrazione che ne necessitano”.

La Critica

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