Ieri sera si è sfiorata un’altra tragedia a causa del monossido di carbonio. Alle 22 e 15 circa, la centrale operativa del 112 ha inviato le squadre dei vigili del fuoco in via Abbiati 7 a Milano. In un appartamento c’erano 7 persone che stavano male. Fra queste c’erano 5 bambini.
Gli strumenti hanno subito rilevato che nell’appartamento c’erano delle sacche di monossido di carbonio. La causa era con tutta probabilità il cattivo funzionamento di uno scaldabagno a gas la cui canna fumaria di sfogo non era stata pulita a dovere e che perdeva gas.
I 5 bambini e i 2 adulti intossicati sono stati soccorsi e poi trasportati in ospedale. Per loro si prospetta un lungo periodo di cure con ossigeno e forse anche con delle sedute in camera iperbarica, per eliminare le tracce del monossido dai loro polmoni.
La morte silenziosa
Non lo si ripeterà mai abbastanza. Il monossido di carbonio è un gas che si produce durante le combustioni. In ambienti chiusi tende a saturare l’ambiente partendo dal basso, spingendo e comprimendo l’ossigeno verso l’alto. È inodore e, se respirato, si deposita nei polmoni nello stesso modo sostituendosi all’ossigeno che spinge verso l’alto, l’esterno.
Si lega alle cellule del sangue proprio come fa l’ossigeno e quindi riesce a penetrare nel corpo silenziosamente dando prima un leggero mal di testa, poi sonnolenza e accompagnando verso la morte senza che il corpo riesca a reagire.
Le tragedie causate dal monossido di carbonio sono molte. A Milano, poco tempo fa, è morto un giovane di 21 anni. Il freddo di questi giorni tende a suggerire di chiudere gli spifferi e riscaldare gli ambienti usando stufe a legna o elettrodomestici e la crisi economica spinge i più poveri all’imprudenza di comprare scaldabagni e stufe in mercatini, anche quello di piazzale Cuoco, senza la garanzia che funzionino bene.