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venerdì, 19 Aprile, 2024

MILANO, MOSCHEA: SOUAD SBAI ATTACCA PISAPIA. L’ex parlamentare, membro della Consulta per l'Islam, si interroga sulle vere intenzioni del sindaco

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Souad Sbai, ex parlamentare e membro della Consulta per l’Islam Italiano presso il Viminale, ha emesso un comunicato in cui commenta il contenuto del programma di Gad Lerner “Fischia il Vento” durante il quale il Sindaco Pisapia ha confermato la sua volontà di realizzare al più presto un luogo di culto per i fedeli musulmani:

“Pisapia, insistendo sulla volontà di realizzare delle mini-moschee provvisorie in occasione dell’Expo, dimostra ancora una volta come una certa sinistra non riesca proprio a liberarsi dai suoi stereotipi peggiori in fatto di multiculturalismo e democrazia partecipata. A quale logica risponde questa ostinazione così perseverante e insistita? Chi c’è dietro questa improcrastinabile necessità di un luogo di culto, tale da non poter e voler ascoltare tutte le realtà che compongono la sfera dell’islam milanese? Chi deve decidere di una vicenda così importante, il sindaco oppure la cittadinanza che lo ha votato?”

E ancora: “Di strumentale qui c’è solo la sua tenace e ostinata volontà di realizzare un qualcosa richiesto da un’associazione in particolare, che fa riferimento ad un ambiente ben preciso nella galassia dell’islam italiano e mondiale. Che di certo non ispira la sua attività a quella dell’ala islamica moderata italiana. Con tutta probabilità il sindaco è vicino a quelle idee e lavora affinché diventino, mettendo una moschea nelle mani di una minoranza, il pensiero dominante nell’islam milanese e poi italiano, con tutto ciò che ne consegue”.

Infine conclude:  “Diciotto milioni di euro, peraltro, non sono uno scherzo visto che la popolazione e la comunità si preoccupano di chi la finanzierà e di chi la gestirà e come: chi garantisce dai rischi di un’estremizzazione? Chi controllerà quale islam vi si insegna? Pisapia, preso dalla smania di ‘dare’ ai suoi amici una moschea, continua a non rispondere, escludendo i moderati dalla partecipazione ad una scelta che, se incontrollata, può cambiare radicalmente il volto di una città come Milano”.

La Critica

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